Cronaca locale

C’è un Tex dagli occhi a mandorla e la Cina fa tendenza con i fumetti

C’è un Tex dagli occhi a mandorla e la Cina fa tendenza con i fumetti

L’importanza economica della Cina diventa anche importanza culturale. Lo si capisce anche dalle nuove serie di fumetti arrivate da poco in edicola. Adesso gli eroi su carta non vivono più solo in paesi europei o americani, uno degli ultimi arrivi risiede in Cina. Nella Shanghai di fine Ottocento si muove Shanghai Devil, un italiano trapiantato nel Celeste Impero durante il periodo della rivolta dei Boxer. Un nuovo eroe, unico nel suo genere, molto simpatico ai cinesi stessi: alcune giorni fa Gianfranco Manfredi, già autore di Tex, Dylan Dog e altri fumetti Bonelli, è stato portato di fronte al suo pubblico dall’Istituto Confucio dell’Università degli studi di Milano.
Questo ente, parte di una rete composta da trecento unità sparse in ottanta nazioni, è stato creato dal governo cinese per promuovere la diffusione della lingua e della cultura cinese. Così oltre a organizzare corsi di lingue, i suoi amministratori hanno deciso che la cultura del gigante asiatico può farsi largo anche a colpi di fumetti: l’idea di un giustiziere italiano che si muove tra la Shanghai di quel periodo storico gli è dunque piaciuta, e non sono a loro visto che è già in pubblicazione in Serbia e uscirà in altri Paesi come la Francia. Questa serie rappresenta una novità che rovescia almeno due concetti o stereotipi a cui siamo abituati, il primo è che sia il cinese a immigrare in Italia e non viceversa.
Ugo Pastore, questo il vero nome di Shanghai Devil, ha seguito il padre per aiutarlo nelle sue trattative commerciali. Un destino che sta toccando a sempre più italiani, quello di cercare lavoro a oriente, compresi molti esponenti dell’attuale governo recatisi in Cina a chiedere aiuti economici. Una direzione di marcia che come si è invertita nella realtà, prima erano i cinesi a venire in Europa, ora inizia a invertirsi anche nei fumetti. E così anche nella cultura pop la Cina diventa il centro del mondo. Il secondo lo spiega l’autore: «Nei fumetti naturalmente i personaggi cinesi abbondano da sempre, e generalmente come "cattivi", vedi tutti quelli derivati da Fu Manchu, personaggio ideato dallo scrittore Sax Rohmer e interpretato nel cinema sia da Boris Karloff che da Christopher Lee oltre che da Peter Sellers in versione parodistica – precisa Manfredi - il mio tentativo è stato del tutto opposto e cioè proprio quello di evitare questo genere di stereotipi da "pericolo giallo", raccontando sia pur molto avventurosamente questa pagina di Storia».
E si tratta di due idee non da poco visto che ribaltano l’ottica con cui si guarda il mondo. Inoltre la serie, composta da diciotto numeri di novantaquattro pagine, parla di un periodo, quello della rivolta dei Boxer, che non è conosciuto molto dagli occidentali. Eppure le sommosse cinesi dell’epoca erano proprio causate dalla volontà di cacciare gli europei che avevano imposto la loro presenza con l’aiuto dei cannoni.

Comunque ora, grazie anche alla crisi, la Cina è sempre più importante e nel mondo dei fumetti un nuovo scenario si affianca al west «made in Usa» dell’unico ranger più tosto di Chuck Norris e all’uggiosa Londra dell’indagatore dell’incubo.

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