Dopo l'arresto per tentaao omicidio del pregiudicato ecuadoriano 20enne Jackson Jahir Lopez Trivino e di José Emilio Rosa Martinez, salvadoregno regolare di 19 anni - quest'ultimo riconosciuto come colui che ha utilizzato il machete - continua la caccia agli altri cinque aggressori del controllore sul treno del passante ferroviario. E la squadra mobile - che giovedì sera, all'inizio dell'indagine e per la cattura dei due sudamericani, ha beneficiato dell'apporto determinante delle «Volanti», compresa quella del commissariato di zona, la «Comasina» e dagli uomini della Polfer - da oggi in poi dovrà mettere sul campo i suoi elementi migliori, esperti in criminalità straniera, per attuare una vera e propria stretta sulle bande di giovani latino-americani che si dividono la città.
Questi ragazzi fino a giovedì si sono sempre scontrati solo ed esclusivamente tra loro, sentendosi i padroni di quella Milano parallela e giovanissima che parla spagnolo, vive in periferia e si raduna al calar della sera, divisa tra faide interne per la gestione del territorio e banali questioni di lesa maestà.
Un mondo sanguinario e a tinte fosche quella delle bande di giovani latinos che si sono spartite la città, seguendo personalissimi codici d'onore votati alla vendetta, che escludono il perdono ma non disdegnano, come abbiamo visto, il machete.Se ora la loro violenza si sfoga anche sugli italiani forse significa che qualcosa sta cambiando? Le indagini dei prossimi giorni sul territorio milanese vogliono stabilire anche questo.
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