Cadono calcinacci dal palazzo maledetto: ferito un passante

Cadono calcinacci dal palazzo maledetto: ferito un passante

Questa volta non si è sfiorato il dramma come quattro mesi fa, quando una bimba di dieci anni venne colpita alla testa da un pezzo di camino, anche se lo stabile Aler all’angolo tra viale Argonne e piazza Fusina ha «colpito» ancora. Questa volta solo un calcinaccio di pochi grammi, che ha ferito alla in testa un sessantenne, poi finito in ospedale più per lo spavento che per i danni. Certo i due episodio sono forse slegati tra loro e frutto di una incredibile coincidenza, ma che la manutenzione dell’edificio sia carente, a questo punto, diventa un po’ che un sospetto.
L’ultima vittima del palazzo è un signore di 62 anni, Salvatore B., abitante in zona, che ieri mattina poco dopo le 12 si trovava a passando davanti all’edifico costruito nel 1937 dall’Aler in piazza Fusina 2. Proprio in quel momento da un balcone del primo piano è volato giù un calcinaccio che l’ha colpito alla testa. Molto spavento ma pochi danni, anche se l’uomo ha chiesto l’intervento di un’ambulanza. Il ferito è stato quindi portato alla clinica città Studi in codice verde, il meno grave nella scaletta del 118. Qui i medici gli hanno diagnosticato un leggero trauma cranico e hanno deciso, per precauzione, di tenerlo in osservazione fino alle 18 prima di dimetterlo.
Ben più grave fu la caduta di un pezzo di comignolo il 16 novembre dell’anno scorso, lungo il lato di viale Argonne, proprio sopra la fermata della 54. Quel giorni alle 7.30 Jolanda, ragazza madre di 38 anni, era uscita con la figlia Daniela di 10 anni da via Lomellina 47, un appartamento diviso con una connazionale, anche lei con un figlio. La sudamericana doveva andare al lavoro, fa le pulizie a casa di una signora, la bimba a scuola. Pochi istanti in attesa del bus poi la caduta di un pezzo di comignolo, pesante un chilo e mezzo, arrivato giù da una quindicina di metri. La ragazzina ha fatto in tempo solo a dire «mamma» poi è scivolata a terra priva di sensi. Portata al Policlinico è stata in coma e poi in prognosi riservata per settimane, fino a quando è stata dichiarata fuori pericolo. E ancora adesso sta ancora seguendo un percorso di riabilitazione per riprendersi dai gravi danni subiti nell’incidente.
Sul posto intervenne la polizia locale che isolò l’area per paura di nuovi crolli e fece intervenire una ditta per verificare la sicurezza del tetto. «I comignoli stanno su con lo sputo» commentò scendendo uno degli operai. Lo stabile infatti è vecchiotto, costruito nel 1937 seconda una vecchia inquilina avrebbe visto un intervento di manutenzione solo negli anni Settanta. Poi più nulla. L’Aler in questi anni ha venduto quasi tutti gli alloggi e da cinque anni lo stabile è amministrato da Salvatore Milleo, con studio nella vicina via Masotto. Al momento del crollo un’impresa aveva fasciato le pareti interne per mettere in sicurezza i balconi e rifare la facciata. «All’inizio dei lavori erano state verificate tutte le parti dell’edificio.

In particolare per quanto riguarda il tetto, rifatto circa 15 anni fa, non era risultata necessaria alcuna opera di manutenzione. Si è trattato di una fatalità» giurò l’amministratore subito dopo l’incidente. Una fatalità che a distanza di poco più di quattro mesi si è ripetuta.

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