Il calcio che fa sognare e dove in campo si gioca ad occhi chiusi

In piazza Duomo si sfidano due squadre di giocatori non vedenti: il tifo sarà silenzioso

Il calcio che fa sognare e dove in campo si gioca ad occhi chiusi

Metti un campo di calcio e un pallone in piazza del Duomo. Un campetto da calcio a 5 che, data la circostanza - lo spazio del sagrato - si restringerà a 3. Sarà un'amichevole. Disputata da due squadre del campionato non vedenti, l'«A.C.Crema 1908» (campione d'Italia 2019 e 2018)e il «Firenze Quarto Tempo» in competizione da due anni. La partita si terrà lunedì a mezzogiorno dopo la presentazione delle Olimpiadi degli Oratori. Entrambe le iniziative sono sostenute dal Csi, centro sportivo italiano e dal Comune.

Saranno però i calciatori non vedenti il fulcro della mattinata. Andiamo a vederli, noi che possiamo. E che strabuzziamo gli occhi solo a chiederci come sia possibile inseguire una palla, sonora d'accordo, ma il resto...Non scontrarsi mai con l'avversario. Non farsi più male di un qualsiasi calciatore. E segnare. E dribblare. E correre senza farsi raggiungere. E improvvisarsi ostacolo in difesa. Chi riuscirebbe in un'impresa simile? Noi no. Noi che vediamo. Perciò ci sono loro, i campioni non vedenti. Che dopo la partita ci mostreranno come si corre dietro a un pallone al buio offrendoci una mascherina scura. «Si gioca sulle parole - spiega Nico Cavallotto, guida retroporta e papà di Francesco, attaccante dell'A.C. Crema - Le indicazioni vengono date dal portiere, vedente, e dalla guida retroporta. Il mio compito è proprio quello di descrivere le azioni agli attaccanti della mia squadra mentre il portiere sostiene la sua difesa. I giocatori vedono grazie alle nostre parole».

Perciò, precisa Cavallotto, è importante che il tifo sia silenzioso per non disturbare la «visione acustica» di chi sta in campo. E fra le abilità dei calciatori, quella di distinguere i timbri della voce è pari al riconoscere i volti. Utile in campo e fuori.

«I giocatori si annunciano, rendono visibile la propria azione, dicendo voy che in spagnolo significa vado, entro oppure go - aggiunge Nico Cavallotto - Espressioni rapide per farsi notare».

La giornata sportiva di lunedì inizierà con la presentazione alla stampa delle Olimpiadi degli Oratori, intorno a mezzogiorno. Poi, sbaraccate le seggioline, l'area verrà allestita per il calcetto. E dopo la partita delle due squadre chi lo desidera potrà cimentarsi nel calcio «alla cieca» usando un regolamento che l'associazione «Quarto Tempo Firenze» sta mettendo a punto per formare una squadra mista disabili-normodotati come avviene in altre discipline sportive, ad esempio il basket.

Nico Cavallotto si è avvicinato al calcio grazie al figlio Francesco.

«Nel tempo libero faccio anche l'allenatore e l'arbitro. In campo ho l'incarico di guida. Il calcio è importante per i ragazzi non vedenti perché permette loro di acquisire capacità di movimento e di relazione, tattiche che poi trasferiscono al di fuori dello sport».

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