«I giovani artisti non vanno aiutati!», urla sul palcoscenico il tragicomico Voss alle sue sorelle, durante uno dei momenti topici dellopera di Bernhard ottimamente diretta da Piero Maccarinelli al Teatro Studio. E, nel corso della scena, vorrebbe calpestare i ritratti che le incestuose Ritter e Dene, interpretate dalle mirabili Manuela Mandracchia e Maria Paiato, si erano fatte fare per imitare le tradizioni della loro psicopatica famiglia. Un premio ai «giovani artisti» è stato nei giorni scorsi celebrato negli spazi della Fabbrica del Vapore nellambito dellannuale rassegna promossa dal network «Italian Factory». Aldilà della pregevole iniziativa di favorire la visibilità dei pittori emergenti, il concorso ha messo in luce il generale scarso coraggio dei «giovani artisti» a discostarsi dalle icone dei propri fratelli maggiori e da un modello darte commercial-fieristico. Le parole di Voss «il pazzo» paiono di sconcertante attualità nella Milano delle gallerie. Forse, il modo migliore per aiutare i giovani artisti sarebbe davvero quello di non «aiutarli», ovvero di non incanalarli fin dalla culla in una politica di mercato che finisce per condizionarne la creatività costruendo un regime di prezzi che anche da noi sta affossando il piccolo collezionismo. Molto meglio farebbero le istituzioni pubbliche se la politica dei tagli alla cultura -freschissimi quelli al Fus che colpiranno tutti i teatri- non impedissero la creazione di centri di produzione no-profit come nelle grandi città europee, Berlino in testa. Con il triste risultato che i nostri «giovani artisti» sono oggi poco stimati allestero e hanno curricula decisamente più scarsi.
Facendoci rassicurare dai classici, apprezzatissimo dagli stranieri è lavvocato Paolo Conte che, reduce da Parigi con cui ha un feeeling trentennale, allieterà con le sue milonghe ben sei serate dal palco dello Smeraldo. Anche la prosa, in attesa della maratona del 24 ottobre, propone chicche interessanti tra cui spicca la tecnofiaba «Ondine», che trasformerà il trasformato Pierlombardo.
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