L'esposto sulla casa (fantasma) a Sankt Moritz di Giuseppe Sala scatena un vespaio di commenti e reazioni. Non solo politici. Di natura più «tecnica» è il commento che sulla vicenda fa Mirko Mazzali, esponente in Comune di Sel e avvocato penalista. Mazzali contesta il fatto che De Corato abbia presentato la sua denuncia direttamente nelle mani di un sostituto procuratore della Repubblica, nella fattispecie di Giulia Perotti. «Siccome non mi risulta sia possibile presentare esposti direttamente a un pubblico ministero - contesta Mazzali - cosa che peraltro nessun cittadino potrebbe mai fare, sono a chiedermi come sia stata possibile questa cosa. Mi auguro peraltro una pronta smentita della Procura della Repubblica».
Il Pd intanto fa quadrato attorno a Sala e punta il dito contro il colpo basso di Riccardo De Corato. «È solo segno dell'accanimento di un centrodestra improvvisamente diventato giustizialista su una vicenda già chiarita da giorni e che non ha rilievo penale né morale» commenta il senatore Pd, Franco Mirabelli, capogruppo del partito in Commissione antimafia. «Si applicano due pesi e due misure facendo esposti contro Sala e candidando poi condannati come Osnato nella stessa lista di De Corato - aggiunge -. L'ulteriore dimostrazione che il centrodestra a Milano può solo agitare sospetti non avendo idee e proposte per la città».
Oltre a dimenticare di dichiarare la casa in Svizzera, il candidato Giuseppe Sala pecca di un'altra grossa dimenticanza. Ben più grave. Si scorda i conti di Expo. E non fa un plissé nemmeno di fronte a chi, puntualmente con cadenza giornaliera, gli ricorda che è un'assurdità non essere trasparente. Tanto lui non è più amministratore delegato, non è colpa sua. I conti non lo riguardano più. E non gli costa nulla dire «i conti sono in ordine», come ha fatto appena un paio di giorni fa, tanto la verità si saprà dopo le elezioni.
«Il miracolo dei conti di Expo - esplode il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo - secondo Sala sarebbe quello che, pur essendo andato in perdita ogni anno, alla fine il bilancio è in attivo. Io non sono mai riuscito a capire la logica di questa cosa». «I cittadini hanno dato a Sala 2 miliardi per fare Expo e ne rimangono 14 milioni», quelli del patrimonio netto, «se questo è un bilancio in attivo, è un bilancio un po' complicato per questa città». Rizzo ribadisce che «solo Milano in denaro ha versato 161 milioni e in cambio cosa abbiamo avuto? Alcuni in città si sono arricchiti certo, ma i cittadini delle periferie no. Con quei soldi avremmo trasformato la città per renderla più bella per tutti».
La smemoratezza di Sala, di Pisapia e dei suoi spazia su vari temi.
Arriva fino al caso dei No Expo, che il primo maggio scorso hanno devastato il centro di Milano. In quel caso, fino a ieri, ci si era dimenticati di chiedere i danni. «Ci vorrebbe una cura per la memoria» ironizza il capogruppo Pietro Tatarella.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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