«Il candidato subito dopo Natale» dice Mariastella Gelmini da Bergamo. Ormai nel centrodestra le elezioni del giugno 2016 sono diventate in modo un po' enfatico, ma nemmeno poi troppo, «la grande battaglia di Milano». La coordinatrice regionale di Forza Italia, alla guida del Tavolo Milano per le candidature di Palazzo Marino, lascia intendere il progetto dei vertici di Forza Italia di accelerare. Ieri gli azzurri erano riuniti alla Fiera di Bergamo per una manifestazione. Identità, sicurezza, immigrazione sono i temi forti degli oratori sul palco.Ma l'attenzione di platea, politici e giornalisti è concentrata su Milano. Ogni giorno che passa la sfida per riconquistare ciò che il centrodestra ha perso nel 2011 diventa sempre più centrale nella ricerca di identità di Forza Italia, che vive una crisi da cui spera di uscire grazie a una vittoria che non appare impossibile. «Il candidato subito dopo Natale», strategia del Tavolo Milano, nasce dalla convinzione che scegliere il nome adesso, prima che la sinistra faccia le sue primarie e definisca chi correrà per Palazzo Marino, sia fondamentale per «approfittare» in qualche modo delle divisioni che in questo momento vive la sinistra di Matteo Renzi, dilaniata tra il manager Expo, Giuseppe Sala, il sindaco uscente Giuliano Pisapia con la sua erede designata, Francesca Balzani, che non piace a molti, e Pierfrancesco Majorino, diventato ago della bilancia. Un altro tema forte su cui intende puntare il centrodestra sono le tasse: «770 milioni di imposte in più sotto la giunta Pisapia» è uno dei contenuti su cui vogliono insistere gli azzurri.Mentre volano paroloni a sinistra, è il ragionamento, «una scelta di unità del centrodestra» modello Lombardia sarebbe vissuta come rassicurante dagli elettori. E aiuterebbe a rafforzare il candidato con una campagna lunga e comune, necessaria visto che al momento i sondaggi non entusiasmano. Se Alessandro Sallusti resta in pole, un gruppo di senatori spinge su Berlusconi perché riceva Ernesto Pellegrini, l'ex presidente dell'Inter molto impegnato nel sociale che però, davanti alle avances di Salvini, si è mostrato neghittoso. E non è tramontata l'ipotesi Maurizio Lupi, rilanciata da Toti e La Russa. Un modo per dire che il «modello Lombardia» o «modello Liguria» che dir si voglia può risultare vincente, soprattutto adesso che le primarie della sinistra sembrano prefigurare un sequel di quel che è successo a Genova, con tanto di crisi e spaccature.Al Tavolo Milano con la Gelmini siederanno Giovanni Toti (che ne farà parte anche se il suo nome non era circolato), il presidente dei senatori Paolo Romani, i parlamentari Laura Ravetto e Giancarlo Serafini, poi Daniela Santanchè e Licia Ronzulli, gli europarlamentari Lara Comi, Stefano Maullu e Massimiliano Salini.
Una specie di anticipo si è visto ieri a Bergamo, dove c'erano Gelmini e Toti. Padrone di casa l'assessore regionale ai Trasporti, Alessandro Sorte. Con loro il capogruppo in consiglio regionale, Claudio Pedrazzini, e il questore della Camera, Gregorio Fontana. Prove di unità in Lombardia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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