Cronaca locale

Cane maltrattato da un cittadino cinese: giudice riconosce risarcimento al Comune

Per la prima volta l'Amministrazione tra i soggetti danneggiati dal reato

Per la prima volta il Comune viene risarcito in un processo per maltrattamenti su un animale. È stato stabilito infatti che l'Amministrazione ha subito danni patrimoniali e anche «all'immagine pubblica», in quanto è per legge «titolare di pubbliche funzioni in materia di convivenza tra uomo e animale e di tutela della salute e della dignità degli animali d'affezione».

Con queste argomentazioni il giudice Mauro Gallina ha motivato il risarcimento concesso a fine marzo scorso a Palazzo Marino e a carico del condannato in un processo penale per l'abbandono di un cane lupo cecoslovacco di nome Randall. L'animale era infatti stato tenuto per giorni in un appartamento in condizioni terribili, senza cibo né acqua, tra escrementi e urina. La sentenza, la prima nel suo genere, della Settima sezione penale ha condannato il proprietario del cane a pagare un'ammenda di 4mila euro. Ma soprattutto ha riconosciuto un risarcimento (precisamente di 2.441 euro) all'Amministrazione comunale, rappresentata al processo di primo grado dall'avvocato Marco Dal Toso.

Il Comune dopo l'intervento della polizia locale per oltre novanta giorni, attraverso l'Ufficio tutela animali, ha rimesso in salute il cane e lo ha aiutato con corsi di «riavvicinamento» nel rapporto animale-uomo. Per il giudice, come si legge nelle motivazioni del verdetto, il Comune ha «visto frustrati i propri scopi statutari, con conseguente detrimento del prestigio dell'istituzione e dell'immagine pubblica». Non solo. «Il contegno criminoso» dell'imputato ha «determinato il Comune ad assumersi numerose voci di spesa per la cura e la custodia dell'animale».

A processo era finito un cittadino cinese di 23 anni che avrebbe tenuto nel giugno 2017 per diversi giorni Randall «in condizioni incompatibili con la sua natura» dentro un appartamento in via Ferrari, «in un ambiente maleodorante e poco igienico». Mentre il vero proprietario dell'animale, che viveva nella stessa casa, se ne era tornato in Cina. Quest'ultimo aveva affidato Randall all'amico, non immaginando a cosa andava incontro. Per le indagini dei vigili e per il giudice, il cane ha subito uno «stato di grave patimento» e manifestava tutta la sua sofferenza con «gemiti» incessanti, tanto da allarmare gli altri abitanti del palazzo.

RC

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