C'è stato un gran lavoro in via Brioschi. Le forze dell'ordine hanno risposto prima all'emergenza, poi alle esigenze delle persone rimaste in mezzo alla strada. Senza casa, senza riuscire a contattare un parente o un amico al telefono, senza sapere dove poter dormire la notte successiva. Anche se la paura che sotto le macerie ci fossero più vittime di quelle purtroppo già dichiarate era cento volte più forte del disagio. Ma nel momento del panico i vigili del fuoco, tuta, casco e cane al guinzaglio, sembravano lì anche per dare sicurezza.
Cinquanta uomini schierati il giorno del disastro e altre squadre tornate ieri per le verifiche statiche, per accompagnare gli inquilini a prendere qualche effetto personale nelle case ancora inagibili e per fare i rilievi utili alle indagini disposte dalla Procura. Domenica mattina al momento dell'esplosione, nella base di via Darwin era da poco cominciato il turno «D». I pompieri hanno sentito il boato e hanno capito cosa fosse successo. Senza neppure aspettare la chiamata dalla centrale, sono saliti sui mezzi e sono partiti. Sono stati i primi ad arrivare a quattro minuti e mezzo dalla deflagrazione. Poi le altre squadre, da via Carabelli, via Sardegna, via Messina, i rinforzi da Monza, il distaccamento volontari di Pieve Emanuele.
E le unità Usar (Urban Search & Rescue) di Bergamo e Brescia, reparti specializzati nella ricerca di persone intrappolate sotto le macerie dopo crolli e terremoti. Con l'aiuto delle unità cinofile di Milano e Sondrio. Poco più di due ore dopo lo scoppio è arrivato l'annuncio ufficiale: non c'è più nessuno disperso.CBas
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