Adesso che la paura della notte scorsa è lontana, il capotreno, aggredito ieri sera a colpi di machete, può anche tirare un sospiro di sollievo. E guardare avanti. "Ho avuto molta paura - ammette - ma ora mi sento più sollevato: la cosa più importante e che potrò riabbracciare la mia bimba di 5 mesi". L'incubo è finito, alle spalle. La Squadra Mobile di Milano ha arrestato due salvadoregni sui vent'anni che appartengono alla gang di latinos MS13. Uno dei due sarebbe l'esecutore materiale del colpo di machete che ha quasi amputato il braccio al capotreno. Le ricerche, però, non sono ancora finite. Gli investigatori stanno, infatti, cercando altri due sudamericani.
"Questa è la notte più brutta e lunga della mia vita, mio marito è una roccia anzi la nostra roccia - aveva scritto la moglie del capotreno su Facebook - non pensavo di essere circondata da così tante persone che ci vogliono bene! Grazie, io non mollo e neanche Carlo!". La brutale aggressione della gang di latinos ha lasciato un segno negli animi di tutti i pendolari lombardi che ogni giorno fanno avanti e indietro sui passanti milanesi. Anche perché il convoglio dove si è consumata la mattanza proveniva dal sito di Expo 2015. "Avevo intuito che c'era una situazione strana - ha raccontato il capotreno - e per questo ho chiesto al mio collega se poteva stare ancora un po' con me nonostante avesse finito il turno".
Il regionale, partito da Rho e diretto a Milano Rogoredo, parte alle 21.37 dalla stazione di Rho e arriva alla fermata di Villapizzone alle 21.45. È qui che il controllore chiede a quattro sudamericani di esibire i biglietti. Avendoli trovati senza, li invita a scendere per fargli la multa.
Ma, non appensa scendono dal treno, scatta la brutale aggressione a colpi di machete. Si sconsuma tutto nel giro di pochi secondo, sotto gli occhi attoniti dei passeggeri che siedono ancora nella carrozze o che attendono sulla banchina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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