«Carlo non era più lo stesso, ma poteva andarsene da casa»

«Carlo non era più lo stesso, ma poteva andarsene da casa»

Troppo forte il colpo da sopportare quello del triplice omicidio per un borgo conservatore come Motta Visconti. E così la comunità, quantomeno quella indigena, quella che fa parte dei mottesi storici, si è chiusa letteralmente a riccio, a protezione di due famiglie che da decenni vivono qui rispettate da tutti cioè quelle di Maria Cristina e Carlo: il padre di Carlo ieri, intorno alle 13, ha avuto un malore importante ed è stato trasportato d'urgenza in ospedale. Ma qualcuno che vuole e che riesce a raccontare di più su questa famiglia c'è. A partire dal parroco, don Gianni Nava. Lui parla molto bene delle due famiglie in questione e quindi anche di Maria Cristina che, come sottolinea: «per anni ha cantato nel coro della nostra parrocchia e qui seguiva il cinetatro». Non nasconde, però, il sacerdote, che negli ultimi tempi, in particolare negli ultimi due anni, la coppia «aveva un po' diradato la propria presenza alle funzioni religiose», Insomma, almeno in parrocchia qualcosa di cambiato rispetto ai ricordi dei primi anni di matrimonio, si era visto.
E mentre tutti parlano all'unisono di una Maria Cristina solare, sempre sorridente e gentile, c'è anche chi descrive un marito più attento ai figli che alla moglie. «Più che altro lo vedevo passare di qui con i figli» racconta Rossana Celario della merceria «Crespi» di Motta. Così come al bar Roby lo vedevano passare ultimamente «tranquillo ma da solo».
«Era più che altro un ragazzo di compagnia» aggiunge Silvia Marti. Insomma: probabilmente Lissi non era più così orientato verso il nucleo famigliare, ma verso le amicizie. Così sembra essere Carlo nelle testimonianze di chi, in qualche modo, ha avuto a che fare con lui.
Tuttavia a Motta c'è anche chi parla pretendendo l'anonimato. E spiega: «Tra loro, tra Cristina e Carlo, c'erano diverbi. Non risulta solo a me: in tanto lo sanno. E lui aveva conosciuto un'altra donna da almeno due anni».
Un amore, questo nuovo di cui la gente parla molto sottovoce. E che probabilmente Lissi, nella sua mente, vedeva possibile, pienamente realizzabile e senza più ostacoli solo attraverso l'eliminazione dell'intera famiglia?
Fatto sta che la stessa Cristina aveva scritto una frase su Facebook che letta ora sembra dire tutto. Il 5 giugno scorso aveva postato: «Anche se nella vita tu ci sei per tutti non è detto che tutti ci siamo per te». Poi più niente.
Un dato è certo. Tutti sono d'accordo, qui, nel rimarcare che bastava che lui se ne andasse di casa, se proprio non voleva più la moglie. Lo dice Rossana Celario dalla merceria che vuole ricordare anche quanto fosse straordinariamente bella Giulia, la sua bambina. E lo rimarca, poi, Giovanni Vigo titolare dell'omonima cartolibreria.

In moltissimi si dicono tuttora increduli.
Ma chi ha voglia di parlare si scatena anche. Un giovane davanti a un bar con amici, che non vuol dire il suo nome tuona: «Ora lo attende in carcere e vedrà che bella accoglienza gli faranno».

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