"Il caro bollette costringe a chiudere o licenziare"

Regione, audizione allarmata delle categorie Previsioni nere dei centri studi: insegne spente

"Il caro bollette costringe  a chiudere o licenziare"

Arrivano altri dati preoccupanti e previsioni fosche sul fronte del caro bollette. Le imprese da alcuni mesi sono alle prese con ingentissimi rincari, determinati da diversi fattori, anche geopolitici. L'impatto di queste dinamiche, così complesse, si traduce in concretissimi aumenti dei costi. La Regione ha da tempo sollevato la questione, lanciando con l'assessore alle Attività produttive, Guido Guidesi (Lega) un allarme che alla fine è stato ascoltato anche da altri partiti e infine dal governo. Le misure annunciate, tuttavia, sono apparse subito insufficienti.

L'allarme permane, e riguarda anche i piccoli, e gli artigiani. Con un'indagine su 200 aziende associate, Unione Artigiani ha calcolato un rincaro medio superiore al 50 per cento. Le ditte impegnate nella produzione (legno, metalmeccanica) registrano aumenti con punte anche oltre il 70%, «ma anche parrucchieri ed estetiste iniziano a segnalarci fatture con cifre che tolgono il fiato». Le previsioni sono nere: uno su 5 rinuncerà al riscaldamento, il 15% licenzierà il personale e il 10% delle imprese prevede di chiudere bottega o ridurre la produzione. Non manca chi ha già eliminato l'illuminazione di vetrine e insegne.

Giovedì, in commissione Attività produttive, sono state invitate e ascoltate le principali associazioni di categoria della Lombardia. E durante l'audizione è intervenuto anche Guidesi. Agli atti un'indagine del Centro Studi Cna presso circa 2.500 imprese, secondo la quale il 95% delle imprese ritiene che il caro-bollette avrà un forte impatto sulla propria attività. E per il 77,5% del campione l'impennata dei costi energetici provocherà un taglio dei margini di guadagno.

Assolombarda ha stimato per l'industri alombarda - che assorbe il 65% della domanda di energia - un costo energetico di 8,3 miliardi di euro nel 2022, quattro volte tanto rispetto ai 2 del 2019. «Le aziende sono strozzate dai prezzi al punto che si paventa il rischio di un arresto delle attività produttive». Anche Confapi ha presentato un documento sulla crisi energetica con analisi, prospettive e soluzioni di breve e medio termine.

«Sono necessari interventi mirati per sostenere le imprese e le attività produttive, penalizzate dal drastico aumento del costo dell'energia, che sta colpendo il nostro Paese e, in particolare, la Lombardia, che ospita il maggior numero di

attività economiche italiane - ha detto il presidente della commissione Attività produttive Gianmarco Senna - Si tratta di un'emergenza da affrontare per salvaguardare la tenuta economica e occupazionale della nostra regione».

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