(...) a un momento di riflessione in occasione del «Giorno del ricordo», che nella nostra Zona non viene celebrato da diversi anni.
Con questo fine, abbiamo accettato la proposta di una associazione, corredata da un curriculum nel quale compaiono iniziative analoghe, svolte nel corso degli anni (anche con il sostegno di altre amministrazioni comunali, quali quella di Monza o di Varedo) nel corso delle quali è stata data voce a esuli o studiosi di questo periodo storico. Il progetto prevede un momento musicale. L'esecuzione dei brani, presentati con un semplice accompagnamento acustico, abbiamo chiesto e ci siamo sincerati sia strettamente a tema. Ho inoltre richiesto di avere i testi delle canzoni in anticipo, che sarà mia premura girarle, affinché possa leggerli e dare un parere al riguardo.
Questa è l'impostazione della serata, suscettibile di modifiche, ma che certamente non vuole avere intenti - per usare le sue parole - di propaganda o di parte. Né tanto meno quello di strumentalizzare alcunché, cosa che - mi permetta - in questi giorni sono stati altri a fare, dipingendo un evento incentrato sul ricordo del dramma degli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati come qualcosa d'altro. Usare - come è stato fatto - parole forti quali «profanazione della Palazzina Liberty» o lasciar intendere che ci saranno espliciti richiami a regimi del passato, non solo non contribuisce al doveroso percorso di memoria che lei stesso ha richiamato, ma appunto, crea divisione e inquietudine, sobilla inutilmente gli animi e getta assurdamente benzina sul fuoco, quando invece - soprattutto su temi delicati quale quello delle Foibe - servirebbe un clima il più possibile sereno.
Criticare o non essere d'accordo con un'iniziativa è sempre legittimo. Ma sarebbe corretto elevare eventuali contestazioni a posteriori, non in maniera preventiva. Così facendo, non solo non si rende omaggio alla verità, ma si alza - inutilmente e pericolosamente - la tensione. E a Milano, non credo davvero servano contrapposizioni di questo tipo.
Ho apprezzato il suo richiamo ai principi democratici che permeano la nostra città. Fra questi, penso abbiano cittadinanza anche quelli relativi alla libertà di parola e di espressione, sanciti dalla Costituzione, che devono essere riconosciuti a tutti, a prescindere, fermo restando solo il rispetto della legge. È il pluralismo delle opinioni, non la censura o le levate di scudi - io credo - a rappresentare il migliore antidoto a qualsiasi dittatura o prevaricazione.
Mi auguro che queste mie parole possano aver meglio chiarito la questione in oggetto, rinnovando - come ho sempre fatto - la disponibilità al confronto, con lei e con la sua giunta, nell'ottica di una leale collaborazione fra istituzioni e nell'interesse dei milanesi.
Cordiali saluti.
* presidente Municipio 4
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