Caro sindaco Pisapia il tuo regolamento non va

(...) «In questo periodo - si legge nell'introduzione alla petizione - è in atto una vera e propria criminalizzazione dei ricercatori che si occupano di sperimentazione animale. Il Comune di Milano è una istituzione importantissima, non deve cedere alle mode del momento, ma ascoltare la comunità scientifica su argomenti così importanti. La ricerca in questi settori è già regolamentata da severe leggi comunitarie e nazionali. Non si faccia demagogia sulle vite di milioni di pazienti». Parte da qui la richiesta dei ricercatori rivolta al sindaco Pisapia di non «cadere nel tranello che Le stanno tendendo: le istituzioni non possono essere autoreferenziali, la comunità scientifica deve essere coinvolta quando si tratta di argomenti che la riguardano». La questione che ha visto schierati faccia a faccia i ricercatori della Statale scesi in piazza per difendere il loro laboratorio e gli attivisti dopo il blitz in via Vanvitelli che ha mandato in fumo anni di ricerche e liberato decine di animali è destinata a fare sentire ancora la sua eco. La vicenda è finita addirittura sulle prestigiose pagine della rivista scientifica estera «Nature». E la petizione lanciata on line ha raccolto oltre duemila firme. «Come cittadini e come scienziati siamo rimasti sorpresi e preoccupati nel trovare all'interno del Regolamento un intero capitolo sulla sperimentazione animale. Il testo infatti segue la nuova “moda“ di quest'ultimo periodo e si arroga il diritto di dare giudizi sommari sull'utilità della sperimentazione animale e sul parere della comunità scientifica in merito». E questo sottolineano «è particolarmente preoccupante perché stiamo parlando di un documento pubblico». E incalzano: «Siamo stanchi, stremati. Noi non seviziamo gli animali, siamo stufi di essere chiamati assassini.

La vivisezione è una pratica abbandonata da decennie allo stato attuale in Euroipa nessun laboratorio scientifico la userebbe». Condannarci accusano è «ipocrita». Dunque «La preghiamo caro sindaco: elimini quel capitolo».

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