Casa dei diritti, un regalo da 4 milioni

Casa dei diritti, un regalo da 4 milioni

E con questo siamo a quattro. Quattro spazi comunali dati in comodato gratuito ad associazioni. Spazi più o meno centrali, in palazzine o cascine più o meno di pregio, che sicuramente potrebbero portare linfa vitale alle casse pressoché vuote di Palazzo Marino. Invece che continuare ad aumentare le imposte locali e vessare fino all'esasperazione i cittadini, si potrebbero mettere a reddito i gioielli (o meno) di famiglia e ospitare le associazioni, magari, in luoghi di minor pregio commerciale.
Così la palazzina di via de Amicis 10, cinque piani in un edificio d'epoca nel cuore della città, varrebbe la ristrutturazione di almeno il triplo della superficie in periferia. E invece no, la giunta arancione (in rosso) ha deciso di ospitare la Casa dei diritti. Un luogo contro tutte le discriminazioni dove si potrà partecipare a dibattiti e conferenze e da gennaio rivolgersi allo sportello informativo contro la violenza alle donne, a quello dedicato alle seconde generazioni, e allo sportello LGBT (Lesbo, Gay, Bisexual, Transexual). Iniziativa meritevole e di cui Milano aveva bisogno, ma che forse avrebbe semplicemente potuto essere ospitata in un'altra sede. «Una casa forse non basta, ma questo spazio è un simbolo concreto, un laboratorio per produrre consapevolezza e innovazione sociale - spiega il sindaco -. Abbiamo fortemente voluto un luogo di ascolto, di dialogo e di proposta. Un luogo che riafferma Milano come capitale dei diritti e dell'innovazione sociale». «Questo è un progetto aperto a tutti coloro che vivono, lavorano e passano per Milano - commenta Marco Mori, presidente del CIG Arcigay Milano - perchè supera il concetto di residenza per l'accesso a un servizio e si propone come una mano tesa per costruire qualcosa tutti insieme».
Forse, però, Palazzo Marino non ha fatto bene i conti: gli affitti nella Cerchia dei Bastioni si aggirano tra i 100 e i 150 euro al mq annuo secondo le quotazioni dell'ultimo Borsino immobiliare (II semestre 2013) il che significa che l'intera palazzina potrebbe fruttare non meno di 70-80mila euro l'anno di affitto. Andando oltre, se venisse venduta varrebbe sui 4,5 milioni di euro. «Un buon imprenditore - spiega Claudio Lossa, presidente del Comitato prezzi della Borsa Immobiliare - venderebbe la palazzina e con il ricavato potrebbe ristrutturare il triplo della superficie in periferia». Per esempio? La palazzina liberty di viale Molise 62 - l'ex macello per intenderci - date in comodato d'uso gratuito a temporiuso.net per realizzare spazi destinati ad associazioni che organizzano attività culturali e sociali e ospitare studenti. Secondo le quotazioni della Borsa immobiliare lo spazio potrebbe valere tra i 50 e i 100 euro al metro quadro annuo, ma il Comune ha deciso di non guadagnarci nulla. Stesso discorso per la Casa della donne, 280 mq con tanto di 400 di cortile nella centralissima via Marsala (zona Moscova) o la cascina in via Chiesa Rossa assegnata al Circolo dei Talenti che «oltre ad ospitare iniziative del Pd e di area - spiega il consigliere di Fi Fabrizio de Pasquale - è sostanzialmente una gelateria e una birreria che fa guadagni senza dover pagare le tasse come i locali della zona cui ormai fa concorrenza.

Il Comune ha un buco di bilancio significativo eppure continua a rinunciare introiti di natura commerciale - conclude de Pasquale - e attraverso il comodato ad associazioni che gestiscono varie case finanzia attività collaterali di carattere ideologico e propagandistico».

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