Il secondo Alessandro Manzoni, quello rientrato in Italia nel 1810 dopo il soggiorno parigino e la conversione, era molto diverso dal giovane idealista e scapestrato che cinque anni prima aveva raggiunto a Parigi la madre Giulia. Da letterato giacobino e un po' foscoliano si trasformò presto in un inquieto contemplatore, che amava la penombra, usciva malvolentieri di casa e guardava il mondo e i suoi drammi dalla finestra accanto a cui sistemava il suo tavolino pieghevole: come quella volta, nell'aprile 1814, in cui sotto i suoi occhi i milanesi linciarono l'odiato Giuseppe Prina, ministro delle finanze del Regno napoleonico, episodio che nella fantasia del romanziere si trasformò nell'assedio al palazzo del vicario di Provvisione. Quella “casa civile con giardino, posta nella contrada del Morone”, Alessandro l'aveva acquistata il 2 ottobre 1813. Lì sarebbe vissuto per sessant'anni, in un ambiente signorile ma di grande semplicità. La dimora poi cambiò molti padroni e fu più volte «ritoccata», ma per i milanesi è sempre rimasta un punto di riferimento identitario, culturale e spirituale insieme, e dal 1965, finiti i restauri del dopoguerra, ospita il Museo manzoniano. Chiusa al pubblico da marzo, per lavori di restauro e riqualificazione sostenuti da Intesa Sanpaolo e resi possibili grazie alla convenzione tra la banca e la Fondazione Centro Nazionale Studi Manzoniani, Casa Manzoni riapre a partire da martedì 6 ottobre con un percorso museale interamente rinnovato e con un nuovo taglio scientifico curato da Fernando Mazzocca, tra i massimi esperti di arte italiana dell'Ottocento. Allo studio De Lucchi si deve invece l'intervento di recupero, che si è mosso in due direzioni: il restauro conservativo di parti dell'edificio che avevano bisogno di una “rinfrescatina”, e il miglioramento funzionale di alcuni spazi che in precedenza non erano sfruttati al meglio. Martedì, per la prima riapertura, la Casa sarà visitabile al pubblico in serata, dalle 18 alle 22.30 (ultimo ingresso alle 21.45). E' l'occasione per vedere sotto una nuova luce la sala Grossi, la sala rossa per il pranzo, la Galleria, la stanza di Teresa e la camera in cui lo scrittore morì nel maggio del 1873, con tanto di cimeli e arredi dell'epoca. Oltre naturalmente allo studio dove avvennero incontri storici: con Balzac, Cavour, Garibaldi, Verdi, Don Pedro II Imperatore del Brasile. In più, i primi visitatori potranno ascoltare in esclusiva letture di brani di Alessandro Manzoni dai giovani dell'associazione culturale Dramatrà. Nel frattempo apre al pubblico in modo permanente anche un altro spazio finora non visitabile: il “Giardino di Alessandro”, ossia il giardino della dimora di Manzoni, che ora fa parte delle Gallerie d'Italia.
Celebre è la passione botanica dello scrittore, che arrivò a fare della villa di Brusuglio, dove trascorreva le vacanze estive, una vera e propria “stazione sperimentale” in cui amava armeggiare con semi, innesti e fiori spontanei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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