Cascina Cuccagna il laboratorio verde che Tokyo prende a modello

La cascina Cuccagna finisce in Giappone. O meglio, il modello di restauro conservativo e di riuso che ne è stato fatto è stato preso come modello per il progetto sull'architettura vernacolare a Tokyo. Di cosa si tratta? L'architettura vernacolare o spontanea, come la definisce lo storico e architetto Bernard Rudofsky, descrive quelle forme architettoniche-edilizie che appartengono alla tradizione più antica dell'uomo: dalle tende dei popoli nomadi alle tombe celtiche fino ai portici come dispositivo urbano, che non sono attribuibili a nessun progettista in particolare. Il «Progetto di sviluppo - l'architettura vernacolare a Tokyo 2014» consiste nel costruire un esempio di architettura vernacolare a Tokyo.
Un'azienda giapponese con alcuni architetti è venuta appositamente a Milano per studiare la cascina Cuccagna, «uno dei pochi esempi in Italia di restauro conservativo applicato a un edificio e non a un monumento» spiega la progettista Cristina Pucci. Obiettivo del team: realizzare qualcosa di simile in Giappone, grazie anche alle condizioni climatiche pressochè identiche tra i due paesi.
Cosa c'entra la Cuccagna con l'architettura vernacolare? La storia della cascina di via Muratori parla da sé: la Cassina Torchio detta Preganella, che risale alla fine del 1600, era dei Padri Fatebenefratelli, che nei terreni di pertinenza coltivavano le erbe officinali per l'Ospedale Maggiore. La pianta iniziale a «elle» dell'edificio si arricchisce di stalle, fienili, cortili. A fine '800 viene acquistata da un privato che la trasforma in abitazione. Nel '900 il suo utilizzo si diversifica: vi si insediano artigiani e una rinomata osteria. Dal 1984 è di proprietà del Demanio Comunale che dieci anni più tardi la dichiara inagibile, sgomberandola.
Si tratta quindi di un esempio di costruzione che viene modificata in base alle esigenze locali e del territorio. «Recuperare la struttura e gli spazi di un'antica cascina e adeguarli a una nuova destinazione d'uso mantenendo intatta l'identità è il principio ispiratore del progetto - spiega l'architetto Pucci che ha guidato il team nella visita, insieme all'ingegnere Gianni Brugo, responsabile della parte impiantistica -, che risponde allo stesso tempio ai criteri della bioarchitettura e della sostenibilità energetica».
Cascina Cuccagna vuole essere ponte tra la città e la campagna: ospita attività e laboratori a tema.

Vi si trovano «Un posto a Milano», bar e ristorante con cucina bio e a filiera corta, la falegnameria, la ciclofficina, la Bottega dei prodotti della filiera agricola italiana, garantiti e certificati, il mercato agricolo, l'orto, un ostello, lo sportello per il cittadino, punto di riferimento per gli abitanti del quartiere che hanno partecipato alla costruzione del progetto.

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