IL CASO/1 L'annuncio per un lavoro e il ricatto ai parenti in Cina

La loro libertà valeva in tutto 150mila euro. Il prezzo del riscatto stabilito dagli aguzzini che dopo aver rapite tre donne cinesi le avevano incatenate a un letto e picchiate per ore. Un incubo di torture e sevizie culminate nella minaccia di un'iniezione letale con una siringa di candeggina da raccontare ai parenti in Cina per convincerli a trovare i soldi per liberale. È questo il racconto fatto alla polizia grazie alla traduzione di un interprete dalle tre donne dopo essere riuscite a liberarsi lanciandosi giù dal terrazzino di un appartamento popolare di via Brivio e scappando dal cancello laterale su via Console Marcello. Comparendo completamente nude in via Mac Mahon con segni ai polsi e alle caviglie, oltre a lividi e tumefazioni in tutto il corpo.

Un incubo, hanno raccontato agli investigatori della Squadra mobile, cominciato dopo aver risposto a un annuncio di lavoro. Tutte irregolari e disoccupate, una volta arrivate nel palazzo sono state spogliate, imbavagliate e legate in attesa del riscatto di 50mila euro a testa.

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