«Obiettivo raggiunto» è stato il primo commento di Raffaele Cattaneo, il presidente del consiglio regionale che ha voluto coinvolgere tutte le forze politiche nel tavolo che ha redatto la legge per i tagli ai costi della politica. «In poco più di due mesi - le sue parole - abbiamo approvato un testo che dimezza le spese, così come avevamo annunciato nella prima seduta d'aula. È un provvedimento importante, varato in un momento difficile e in cui è necessario che anche la politica dia un segno di sobrietà e di attenzione. Abbiamo chiuso il capitolo dei costi, ora apriamo quello dei risultati». Soddisfatto anche Stefano Bruno Galli, a capo del Gruppo Maroni presidente. Citando Max Weber dice che così si «traccia un solco profondo tra chi vive di politica e chi vive per la politica, intesa come autentica vocazione per quella nobile arte di governare le società, come ci ha insegnato Aristotele. Con questa legge la politica regionale costerà a ogni lombardo poco più di un caffè». Per il relatore della legge e capogruppo del Pdl Mauro Parolini «dobbiamo superare il concetto di costi della politica e parlare di costi della democrazia. Il suo funzionamento chiede strumenti e risorse per realizzare un lavoro di contatto con i territori e i cittadini, fatto anche di ricerca e studio. Con questi tagli andiamo a garantire questi strumenti, ma diciamo che consiglieri e assessori non sono fuori dalla crisi». Soddisfatto il capogruppo del Pd Alessandro Alfieri: «Abbiamo dato ai cittadini un segnale che va nel segno della responsabilità e della trasparenza. Questa è la strada giusta per ricostruire un rapporto tra gli elettori e i loro rappresentanti». Unica voce fuori dal coro quella del Movimento 5 stelle. Per la capogruppo Silvana Carcano «la casta regionale, costretta dal decreto Monti sulla spending review, si è attribuita una indennità di oltre 8mila euro, non proprio bruscolini se pensiamo che molti consiglieri hanno già uno stipendio.
È intollerabile che mentre il Paese va a rotoli, i politici prendano uno stipendio che è pari almeno a quattro lauti stipendi per i comuni mortali e più del doppio di un dirigente». E contesta l'eccessiva indennità di carica, i rimborsi spese forfettari e non a piè di lista, la mancata abolizione dei vecchi vitalizi e la spartizione del residuo di funzionamento della scorsa legislatura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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