Li hanno trovati rintanati dentro un camper abbandonato a 150 metri dal campo nomadi. Un camper diventato il loro rifugio abituale come hanno scoperto in questi giorni i veterinari della Asl che hanno seguito passo per passo le loro mosse a Muggiano. Utilizzando il fucile con lanestetico hanno «sparato» una siringa piena di tranquillante e sono riusciti a catturare i due cani più grossi e più pericolosi, quelli che hanno attaccato e ucciso il 75enne Gaetano Gnudi. La capobranco, incrocio con un pitbull e un lupoide un po più giovane. Gli altri animali se la sono dati via a gambe levate ma i veterinari contano di catturarli entro breve.
Non sono servite le polpette con lanestetico piazzate nei giorni scorsi in varie zone. Come riferisce Claudio Rossi, responsabile del canile sanitario della Asl che ora ha in custodia gli animali, i cani riuscivano a nutrirsi bene durante il giorno e quelle polpette pur essendo così invitanti non riuscivano ad attrarli. Secondo quanto riferisce anche Diana Levi, responsabile del servizio animali della Asl i cani sono ben tenuti, non sono assolutamente deperiti anzi, «sono in ottimo stato» e tutto ciò dimostra che cera qualcuno che li accudiva. Rossi, che ha partecipato ieri mattina alla cattura, racconta infatti che il camper intorno a cui ruotavano i cani si trova su un terreno di proprietà. Un terreno in stato di totale abbandono, con carcasse di auto e di moto, rifiuti ferrosi. Una discarica a cielo aperto dove, però, sono state trovate delle scatolette di cibo per cani, sia vuote sia piene. «Qualcuno di certo ha dato loro da mangiare - ammette Claudio Rossi -. E comunque si alimentavano anche tra i rifiuti del vicino campo nomadi». Non solo. Nello stesso campo del camper è stata trovato sabato il corpo di un pitbull morto già da qualche giorno. Il cane in questione però ha il chip e quindi ha un proprietario. Ora lautopsia che è stata predisposta dovrà accertare se le lesioni presenti sul corpo dellanimale sono state causate dai morsi degli altri cani oppure no. Secondo alcuni testimoni proprio una decina di giorni fa ci sarebbe stata una furiosa lite tra animali. «Non ci dobbiamo fermare qui - sprona Diana Levi -. Va sanato il degrado perché se lì i cani ci sono lo si deve proprio a questo. A un degrado di cui questi cani sono figli».
In totale ora in zona sono stati catturati otto cani, cinque cuccioli e tre adulti. Allappello ne mancano almeno tre. I due catturati ieri erano quelli che a detta degli esperti riuscivano ad aggregare il branco. Per nutrirsi, per cacciare le nutrie. E si sono aggregati così anche quando si sono trasformati in killer. Ora sono al canile sanitario di via Privata Aquila, dove rimarranno per dieci giorni. Come da protocollo saranno effettuati una serie di esami per dimostrare se sono cani che possono essere in qualche modo rieducati oppure no. «Dobbiamo valutare se ci può essere un recupero, da che cosa dipende il loro atteggiamento. Per fare questo vengono presi in esame tutta una serie di parametri. I cani per chi li conosce hanno una modalità di comunicazione precisa. I più pericolosi sono quelli imprevedibili, quelli che non danno alcun segnale e poi attaccano», racconta Rossi. In 25 anni di carriera lui di cani ne ha visti passare parecchi: al canile ne arrivano circa 500 allanno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.