È il federalismo che non si rassegna a morire per mano del governo Renzi quello che ieri ha celebrato la nascita della rete dei parlamenti regionali. Nella cornice di Palazzo Lombardia, è stato lanciato il primo «Forum mondiale delle Assemblee legislative regionali e sub-nazionali», che si è concluso con la firma del proprio manifesto e la promessa di rivedersi presto nelle Filippine per un secondo summit. La «Carta dei diritti della democrazia», siglata dai rappresentanti dei parlamenti locali di Europa, America, Asia e Africa, sancisce l'impegno a battersi per vedere rispettata la voce delle comunità regionali. E a partire da tre principi fondamentali: la centralità della persona, la sussidiarietà e il valore della democrazia. Valori sempre più centrali «in considerazione di quanto sta accadendo nella società globale – si legge nel manifesto - dove crisi economica, conflitti, instabilità politica e consistenti flussi migratori mettono in discussione gli attuali sistemi di welfare e di relazioni sociali e istituzionali». «Vogliamo dare un contributo al futuro della democrazia: i parlamenti regionali –ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo- hanno una funzione fondamentale: tenere la legge vicina ai cittadini. Senza i parlamenti regionali, la legge e il rispetto delle più elementari norme di convivenza civile si allontanano dai territori. Le democrazie parlamentari sono uno strumento per impedire la violenza e per favorire invece l'incontro e lo scambio di esperienze, contribuendo così a promuovere la pace nel mondo. Inoltre in questo momento, soprattutto in Italia, i consigli regionali sono agli onori delle cronache per fatti tutt'altro che commendevoli, qui abbiamo voluto mostrare i contenuti veri del nostro lavoro». E la rete, che per ora avrà una struttura solo virtuale, nasce con dei numeri già consistenti: i cittadini delle Regioni a vario titolo rappresentati a Milano nei giorni del World Forum sono un miliardo, 200 i delegati iscritti al Forum, 74 le Regioni europee, 6 le lingue parlate in occasione del Forum (italiano, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese, francese), 16 i Paesi coinvolti a vario titolo, 10 le «formiche della democrazia», ovvero le associazioni dei parlamenti europei e internazionali che hanno sottoscritto il Manifesto di Milano per una vera democrazia globale. Una rete ispirata a un federalismo dal sapore glocal: internazionale ma che si basa sulle comunità locali.
E sempre più sentito dalla cittadinanza secondo il vicepresidente leghista del Consiglio regionale lombardo Fabrizio Cecchetti: «É notizia di oggi che l'Italia dovrà pagare 150 milioni all'Europa per procedure d'infrazione e che Roma ha impiegato dodici anni per risolvere il contenzioso con Bruxelles per le gabbie delle galline. Evidentemente questo sistema non funziona, la gente chiede maggiore autonomia Roma e Bruxelles se ne facciano una ragione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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