Cronaca locale

Il Centro operativo misto ha fatto da scudo all'interno e all'esterno del sito. «Il modello Milano ha funzionato»

Bisognava garantire soccorso immediato, proteggere visitatori e staff da eventuali incidenti industriali, problemi idrogeologici, attentati terroristici. Per sei mesi, il Com - il Centro Operativo Misto, presieduto e coordinato dal prefetto Francesco Paolo Tronca insieme con gli altri vertici delle forze dell'ordine - è stato lo scudo che ha protetto strutture e persone dell'Esposizione universale. Dentro e fuori dai confini del sito espositivo. Ieri pomeriggio, a 48 ore dalla cerimonia conclusiva dell'evento, gli uomini che hanno guidato questa complessa macchina hanno incontrato i giornalisti per tirare le somme dell'attività, che di fatto ha scannerizzato persone e cose in entrata e in uscita dal sito espositivo, giorno e notte, con telecamere tradizionali ma anche con nuovi strumenti ad altissima tecnologia. Partendo da un'ampia squadra, suddivisa in 11 gruppi di lavoro interistituzionali, e da 25 piani d'intervento diversi, studiati a tavolino e con largo anticipo, ciascuno per far fronte a uno scenario specifico ipotizzato: dal crollo di una struttura al pacco bomba, semplificando. Mentre scorrazzavamo tra Cardo e Decumano, ci perdevamo tra i padiglioni viaggiando virtualmente nei diversi Paesi e riflettevamo su cosa e dove mangiare non ce ne siamo accorti, ma qualcuno vegliava su tutto: 2.056 sono stati gli interventi. Oltre la metà (il 51,8 per cento) hanno riguardato l'aspetto di security in senso stretto: accessi al sito di merci e persone, sorvoli sull'area Expo, ma anche aggressioni e furti. L'altra grossa fetta (40,2 per cento, 825 in tutto) è stata quella relativa all'ambito safety : vale a dire incendi, guasti, zaini e borse sospette ritrovate (per queste ultime scattava l'intervento degli artificieri). Tanti anche gli interventi esterni, al di fuori dei confini del sito espositivo: solo quelli di «soccorso tecnico urgente in ambito ordine pubblico e sicurezza» sono stati 460. Insomma, l'intelligence Made in Italy - anzi, made in Milano - ha funzionato. È andato tutto liscio. Lo ha sottolineato ieri proprio Tronca: «Il Com rappresenta il paradigma del “modello Expo“, che definirei meglio come modello Milano, perché proprio a Milano è stato elaborato e realizzato in condivisione con tutte le realtà locali. Abbiamo risolto problemi che apparivano insormontabili, ma siamo riusciti nel nostro intento e i risultati sono arrivati; insieme abbiamo scritto parole importanti per il futuro del Paese».

Twitter @giulianadevivo

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