Centrodestra, per gli scissionisti la prova del voto è su Mantovani

La mozione di censura al vice governatore Mario Mantovani con primi firmatari il capogruppo del Pd Alessandro Alfieri e Lucia Castellano (Patto civico) per le frasi in difesa di Silvio Berlusconi pronunciate durante la visita in Israele e i progetti di legge per la riforma delle Aler. Sono questi i due primi banchi di prova dopo il big bang del Pdl che si è spaccato tra i «lealisti» di Forza Italia e gli alfaniani «diversamente berlusconiani» di Nuovo centrodestra. Appuntamento domani in consiglio regionale dove, passato il tempo delle conte, è cominciato quello delle nuove strategie politiche. Dovesse esserci voto palese, la censura a Mantovani avrebbe strada breve, ma se qualcuno a sinistra chiederà la segretezza tra qualcuno dei formigoniani potrebbe farsi strada la tentazione di inviare un messaggio a Mantovani. Un'imboscata che non avrebbe di fatto nessuna conseguenza pratica e quindi potrebbe essere un buon momento per mettere in campo i muscoli, visto che nel futuro più prossimo andranno dipanate questioni politiche e soprattutto economiche. Mantovani, da parte sua, oggi in viale Monza riunirà i 74 che nel consiglio nazionale hanno resistito alle sirene alfanian-cielline e appoggiato la scelta di Berlusconi, Denis Verdini e Daniela Santanché di fedeltà al leader anche a costo di far cadere il governo Letta.

E, a questo proposito, non è sfuggita sabato a Roma alla prima convention organizzata da Alfano e il cui mattatore è stato il ministro Maurizio Lupi, la presenza del presidente della Provincia Guido Podestà che sembra aver sciolto i dubbi. In platea anche Luigi Casero e Roberto Formigoni.
E oggi, tanto per cercare di capirne un po' di più, pranzo dell'intero centrodestra al Pirellone. Al piano della Lega.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica