La chiesa di San Gottardo «entra» in Fabbrica: restaurati gli affreschi

La chiesa di San Gottardo «entra» in Fabbrica: restaurati gli affreschi

Era un gioiello dimenticato. L'affresco della Crocifissione, dipinto nel '300 dagli allievi di Giotto, è arrivato fino a noi solo grazie allo spostamento - sessantun'anni fa - su una parete diversa da quella originale. Stava precipitando in un degrado che lo avrebbe fatto scomparire e ha bisogno tuttora di un restauro. É ancora più urgente per le pareti e gli intonaci: rischiano di sgretolarsi a causa dell'umidità. Quanti milanesi non sono mai entrati nella Chiesa di San Gottardo in Corte, cappella Palatina del Palazzo che fu prima ducale e poi Reale. Progettata dall'architetto Francesco Pecorari da Cremona nel 1330, fu realizzata in sei anni. Se il campanile ottogonale è un elemento inconfondibile dello skyline per chi passa da piazza Duomo, sapere che nella chiesa è possibile (e merita) entrare dall'ingresso di via Pecorari durante le funzioni liturgiche è un'altra cosa.
Il critico d'arte Vittorio Sgarbi, ex assessore alla Cultura della giunta Moratti, l'aveva definita «la più bella architettura gotica di Milano insieme all'abside del Duomo». Qualcosa sta per cambiare. I turisti potranno presto scoprirla (anche) come allungamento naturale di una visita a Palazzo Reale o al Museo del Novecento. E San Gottardo riceverà, finalmente, le cure di cui ha bisogno. «Non abbiamo rinunciato a restaurarla ma i fondi sono pochi e dobbiamo togliere l'amianto dalle scuole, investire sulle case popolari» diceva qualche mese fa l'assessore al Demanio del Comune, Daniela Benelli.
Palazzo Marino è il proprietario del complesso immobiliare di Palazzo Reale dal 1966, la Chiesa ne fa parte. La soluzione - o la salvezza - per San Gottardo si è trovata nella giunta di venerdì scorso. Il Comune la concederà gratis alla Veneranda Fabbrica del Duomo, che si farà carico di tutti gli interventi di riqualificazione. L'accordo prevede un comodato d'uso a costo zero fino al 2 maggio 2031, anche gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria, i costi delle utenze, i servizi di vigilanza, custodia e pulizia, la messa a norma degli spazi e degli impianti saranno a carico del concessionario. «Finalmente - spiega l'assessore Benelli - potranno essere realizzati i restauri che la chiesa attende da tempo e l'amministrazione in un momento di risorse molto limitate purtroppo non è in grado di sostenere». Un accordo condiviso con la Veneranda Fabbrica del Duomo e la Curia, che potrà continuare ad utilizzare per uso liturgico la Cappella palatina, come avviene dal 1993. «Ci auguriamo - conclude - che questo gioiello nascosto possa entrare nel circuito dei luoghi che rappresentano il patrimonio culturale della città in tempo per Expo».


La chiesa è sottoposta al vincolo della Soprintendenza ai Beni architettonici, ogni intervento dovrà essere preventivamente autorizzato. Con l'abitazione del rettore, alcuni locali adibiti a uffici e spazi usati come deposito (al piano ammezzato), il complesso copre una superficie di mille metri quadrati.

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