Cinque torri del degrado Un piano per il recupero

I palazzi di via Antegnati sono in balia degli abusivi Il quartiere spera nel progetto che potrebbe rigenerarli

Michelangelo Bonessa

In quei cinque palazzi hanno trovato di tutto. Compresi i morti. A causa dell'immigrazione incontrollata sono pure diventati centri di accoglienza ufficiosi. Anche per questo motivo, secondo la polizia, sono il nodo principale della sicurezza del municipio 5. E lo rappresentano da anni: gli edifici di via Antegnati sono stati lasciati a se stessi per vent'anni. Oggi un progetto di rilancio potrebbe mettere fine al degrado che causano nel quartiere. Intanto però l'attenzione resta alta. I 35mila metri quadri nell'estrema periferia meridionale della città sono diventati il più grande centro di accoglienza per migranti non ufficiale di Milano. Si tratta di una delle porte di accesso «nascoste» alla città, dove si sono organizzati molti traffici di droga e affini. E non è nemmeno l'unico di questo genere: in periferia esistono almeno altri due centri simili autogestiti dai profughi, strutture non autorizzate dentro costruzioni in rovina. E intorno si sviluppano giri di droga come quello che ha causato la morte di un uomo di 37 anni a ottobre: Fabio Aloisi era entrato nei palazzoni per cercare qualche dose, il giorno successivo hanno trovato il suo corpo in fondo a un vano ascensore. Questi edifici ancora restano al centro delle preoccupazioni del commissariato di zona: sono anche il principale esempio di una piaga della zona come le occupazioni abusive di cui «Vocidimilano» ha già scritto in puntate precedenti. Un racket su cui spesso prosperano le organizzazioni malavitose di ogni nazionalità. Oggi però pare che ci sia una possibilità di veder rinascere questa zona. Il Comune, non sapendo più che fare, ha cambiato destinazione d'uso passandola da uffici a residenziale. E la Residenze Visconti Srl, società che ha presentato il progetto, ha colto la palla al balzo: 400 alloggi con affitti agevolati. L'azienda, che dovrà anche occuparsi della bonifica (secondo una stima iniziale dovrebbe costare almeno 100 mila euro), dovrà affrontare una ricostruzione complessa. Alla fine, circa 13 mila metri quadrati dovrebbero diventare appartamenti di edilizia convenzionata da mettere in vendita; gli altri alloggi, per un equivalente di 20 mila metri quadrati, saranno affittati. A giugno sono partite le pulizie dell'area, ma fino a che non saranno terminati i cantieri nel municipio 5 non tutti dormiranno sonni tranquilli. E quando i nuovi palazzi saranno terminati potrebbero essere il fiore all'occhiello di una zona di Milano che sembra interessare alcuni dei nomi principali dell'edilizia nazionale.

La famiglia dei costruttori romani Caltagirone ha investito sulla creazione di una ventina di alloggi ad alta efficienza energetica vicino ai palazzi di via Antegnati, e Manfredi Catella, nuovo principe milanese del mattone, non ha mai nascosto l'interesse per le iniziative di sviluppo di questa parte della città. Da buco nero del degrado, il municipio 5 potrebbe diventare faro di un nuovo sviluppo.

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