Alcuni mesi fa Legambiente parlò di «strana epidemia di incendi» in Lombardia. I numeri confermano i sospetti di chi è convinto che roghi tanto frequenti in impianti che stoccano o smaltiscono rifiuti non possano essere una coincidenza. Negli ultimi 15 mesi in regione ce n'è stato almeno uno al mese. Ieri un nuovo episodio a Cologno Monzese.
Le fiamme sono divampate intorno alle 7 all'interno del capannone della Alfa Maceri, tra viale Liguria e viale Piemonte, dove erano immagazzinate diverse tonnellate di carta. Fiamme alte decine di metri hanno avvolto il deposito e danneggiato la facciata di un palazzo confinante. Dodici famiglie sono state evacuate. Sono intervenuti numerosi mezzi del vigili del fuoco e la squadra del Ndcr, per i controlli chimici nucleari. Una parte del soffitto del capannone è crollato e sul tetto è stata riscontrata la presenza di amianto. Secondo i pompieri comunque, i livelli di sostanze tossiche nell'aria sono «nella norma». Le cause del rogo, domato intorno alle 12, non sono per ora state accertate.
Gli incendi dolosi (non boschivi) sono considerati delle forze di polizia anti mafia insieme alle estorsioni «reati spia». Campanelli d'allarme del potere mafioso sul territorio. L'origine degli incendi lombardi dell'ultimo anno è in molti casi più che sospetta. Come mostra il grafico in pagina (che non può essere esaustivo) le aree più colpite sono l'hinterland milanese e il Pavese. Le indagini della magistratura sono in corso, ma la serie di eventi è impressionante. Dall'incendio doloso nel deposito di rifiuti di Bruzzano lo scorso luglio, a quello di settembre nella ditta di Mortara nel Pavese che trattava rifiuti speciali. Fino alle fiamme divampate a ottobre nel deposito di rifiuti industriali di Cinisello Balsamo riconducibile alla Carluccio srl, lo stesso gruppo cui appartiene l'impianto di Bruzzano. Quest'anno, tra gli altri, il disastro di Corteolona sempre vicino a Pavia a gennaio, dove prese fuoco un deposito abusivo. E il rogo che lo scorso 12 febbraio è scoppiato nel deposito Amsa di via Zama a Milano.
Poi ci sono le esplosioni in industrie classificate come «incidenti sul lavoro». A gennaio alla Lamina di Greco, con quattro vittime; a febbraio a Bulgarograsso nel Comasco, con dieci operai feriti in un'azienda che lavora rifiuti speciali; il 7 marzo in una ditta di metalli di Ternate, in provincia di Varese, con due ustionati gravi. Il presidente della commissione Antimafia del Comune David Gentili lancia l'allarme: «Il 4 gennaio si è aperto l'anno con l'incendio a Corteolona in un capannone sede di una discarica abusiva, il giorno dopo a Besana Brianza alla Sinergi, il 18 gennaio alla Suez ex-Ecoltecnica di Baranzate. Un mese dopo il 16 febbraio un rogo a poche decine di metri in linea d'aria, in via Monte Bisbino, in una discarica abusiva. Alle 3 di notte di sabato 3 febbraio parte un incendio in una discarica di rifiuti di via Radizzone, a Mariano Comense. Il 7 febbraio un'esplosione ha originato un incendio alla Ecosfera di Bulgarograsso (Como), che tratta rifiuti speciali.
Il 13 febbraio piccolo incendio in via Zama, sede di stoccaggio rifiuti di Amsa, e il 19 febbraio è il turno di Pioltello, un principio di incendio scoppia nel capannone di una ditta che si occupa di smaltimento di rifiuti ferrosi. Bisogna capire la natura di ciascun fatto, ma sembra peggio dell'anno passato».
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