Colonnine dei taxi in malora Il Comune taglia il contratto

Palazzo Marino le vuole abolire e cerca di varare il numero unico Ma i radiotaxi non ci stanno e boicottano il progetto con i ricorsi

Michelangelo BonessaIl numero unico per i taxi è fermo al palo: il ricorso al Tar presentato dai Radiotaxi ne ha bloccato lo sviluppo. E intanto le colonnine giacciono preda del degrado, il contratto di manutenzione con Telecom è scaduto e non è stato rinnovato, perché non rientrano più nei piani del Comune. «Vanno eliminate - ha sentenziato Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità - sono una tecnologia obsoleta». In attesa che il Consiglio di Stato si esprima, la decisione sull'ultimo contenzioso è attesa a giorni, in città regna la confusione.Secondo Palazzo Marino, sono 1200 i tassisti che hanno aderito al nuovo servizio appaltato a Fastweb. Quindi solo un quinto - in totale sono 5300 - delle auto bianche milanesi. E uno dei motivi dell'insuccesso è che i radiotaxi stanno ostacolando lo 02.77.77: per come è stato presentato si concretizza come una vera e propria concorrenza alle centrali tradizionali, ma foraggiata da soldi pubblici. «I radiotaxi intimano ai guidatori di non aderire - dice Silla Mattiazzi della Uil trasporti - perché il ricorso contro il provvedimento del Comune è ancora in piedi: poi qualcuno lo mette lo stesso, il risultato è che in giro c'è un gran casino e noi non veniamo informati abbastanza su come si sta sviluppando la situazione».«Il numero unico doveva sostituire la chiamata al posteggio, però i radiotaxi si sono accorti studiando il bando che non si trattava solo di questo, ma di un vero centralino perché copriva tutto il territorio della città senza tener conto della chiamata al posteggio - spiega Claudio Severgnini, Taxi Tam - quindi hanno imposto agli associati di non aderire e così non è decollato perché manca un numero sufficiente di auto».Più dura la posizione di Nereo Villa, del Satam: «Oggi il numero unico è attivo con le difficoltà dei dilettanti allo sbaraglio, quindi purtroppo non funziona - afferma - e se anche il Consiglio di Stato desse ragione al Comune, noi siamo impegnati a garantire il collegamento alla città: quindi a fronte dell'assoluta inefficienza dell'Amministrazione comunale daremo vita a un servizio migliore con le strutture che abbiamo. Forse qualcuno pensava che fosse un lavoro facile, ma non è così, anche perché l'obbiettivo non nascosto non era quello di dare un servizio in più, ma di squinternare l'esistente anche se non ci sono riusciti» puntualizza Villa che poi punge Maran anche sulla questione delle colonnine: «Il bando per la manutenzione sarà scaduto, ma quelle che sono ancora in piedi funzionano e mi sembra strano che Telecom permetta l'utilizzo delle linee senza chiedere un canone».Per quanto riguarda il contenzioso legale, sembra che i giudici siano inclini a esprimersi in favore di Palazzo Marino: già quando la causa è arrivata in mano al Consiglio di Stato è stata sospesa la decisione che bloccava il numero unico.

«La sentenza del Tar è una delle tappe della battaglia legale in corso da tempo, e su cui il Consiglio di Stato si è già espresso a favore dell'Amministrazione pubblica, - aveva scritto in un comunicato il Comune, annunciando la decisione di ricorrere - riconoscendo l'interesse pubblico del nuovo sistema». In questo modo il servizio è comunque partito, anche se tra le mille difficoltà che sta vivendo.

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