di Cristina Bassi
V ivo a Milano da anni e prendo regolarmente i mezzi, di giorno e di notte. Sono sempre prudente ma, a torto o a ragione, non ho mai avuto la sensazione di abitare in una città insicura. Né di correre particolari pericoli. Di certo non ho mai covato la paura concreta di essere violentata da uno sconosciuto per strada. Quello di vivere l'esperienza della 24enne palpeggiata da un uomo nella stazione della metro - o alla fermata dell'autobus o su un tram stipato - è l'incubo di ogni donna che viva in una metropoli. Uno choc che traumatizzerebbe chiunque, a maggior ragione una ragazza così giovane. Lui l'ha probabilmente puntata da lontano, osservandola sul vagone. Sarà sceso con lei e l'avrà seguita verso l'uscita. L'ha bloccata afferrandola dalle spalle e le ha infilato la mano sotto la maglietta. Poi le ha stretto il seno. La vittima ha avvicinato una volante della polizia ancora scossa e in lacrime. Non era buio: erano le 8 del mattino. Lei non si era avventurata in una via isolata e fuori mano: era nella metro, dove di solito ci sono altri passeggeri, ci sono le telecamere, gli addetti dell'Atm e spesso anche le forze dell'ordine. Tutti aspetti che l'hanno fatta sentire tranquilla e che avrebbero dovuto scoraggiare il molestatore. Invece no. Il maniaco se n'è fregato del rischio che correva e ha azzannato la preda all'improvviso. Incurante delle conseguenze. Un azzardo e un affronto che non ti aspetti. Non ti guardi le spalle da una persona dietro di te di prima mattina.
Semmai stringi la borsa vicino, più che altro per abitudine. Per questo dopo ti vergogni, ti consideri ancora più ingenua e in colpa con te stessa. A causa di un uomo che ti ha spogliato e violato nell'intimo. Che ti ha scippato il diritto di girare senza paura nella tua città.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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