Commercio: 4 zone speciali ma Buenos Aires non ci sta

Commercio: 4 zone speciali ma Buenos Aires non ci sta

Arrivano altri 4 duc, i Distretti urbani del Commercio. L’assessore al Commercio Franco D’Alfonso dovrebbe portare in giunta domani, o al massimo la settimana prossima, la richiesta di riconoscimento alla Regione dello «statuto speciale» a Buenos Aires, piazza XXV Aprile, Galleria Vittorio Emanuele e via Pratocentenaro. Di cosa si tratta? Un’area con caratteristiche omogenee per la quale soggetti pubblici e privati propongono interventi per lo sviluppo sociale, culturale ed economico della zona e del contesto urbano di riferimento. I Duc possono partecipare ai bandi regionali per il finanziamento di opere di riqualificazione. «La costituzione di quattro nuovi distretti, in aggiunta i 5 già esistenti rappresenta lo strumento migliore per il governo del territorio in materia commerciale - spiega l’assessore D’Alfonso -.I nuovi Duc si inseriscono in quel percorso di individuazione di un “Patto Ambrosiano” per l’identificazione di soluzioni condivise in merito a orari e giorni d’apertura avviato tra amministrazione, operatori, sindacati e consumatori nell’interesse dello sviluppo sociale, culturale ed economico e della valorizzazione delle singole zone».
Peccato che non si tratti di una scelta condivisa da tutti i soggetti interessati. «Hanno scelto le zone sbagliate - polemizza Giorgio Montingelli dell’Unione del Commercio - Buenos Aires e la Galleria sono stati ampiamente aiutati dalla passata Giunta con progetti di riqualificazione importanti, toccava questa volta a zone più periferiche e sfortunate. Che senso ha costituirne di nuovi quando i progetti precedenti non sono stati nemmeno portati a termine?». E dire che era stato proprio il presidente di Ascobaires Gabriel Meghnagi a scrivere personalmente all’assessore per chiedere che Buenos Aires non venisse inserita nella delibera. «Nel corso degli ultimi anni dopo molte richieste, petizioni e riunioni siamo riusciti ad ottenere dall’amministrazione - si legge nella lettera - ingenti investimenti nel nostro corso quali il rifacimento dell’illuminazione e la ripavimentazione in pietra dei marciapiedi. Per tutti questi motivi non riteniamo giusto che la nostra area venga inserita nei Duc che prevedono risorse regionali e comunali che sarebbe più giusto investire in zone commerciali periferiche più bisognose di interventi strutturali e promozionali». Tant’è. Il corso è stato inserito nell’elenco.
Bene il riconoscimento di distretto commerciale per la Galleria Vittorio Emanuele - dicono invece i negozianti - ma è ottimistico pensare che possa servire da antidoto alla desertificazione del cuore della città.

«Noi siamo già aperti dalle 8 del mattino a mezzanotte inoltrata - spiega Pier Galli dell’associazione Il Salotto e vicepresidente di Epam - come ci sono bar e ristoranti in Galleria operativi 365 giorni l’anno. Altro che liberalizzazioni...ma non basta, servono iniziative, eventi, collegamenti con le aperture serali di musei e un migliore promozione turistica. La Galleria potrebbe rendere molto di più».

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