Il Comune dedica un parco a Franca Rame (e dimentica Vianello)

Chissà come avrebbe reagito Franca Rame, donna d'indole istintiva e di guerrigliera azione, di fronte agli oltre cinquecento alberi che stanno cadendo a Milano. E' l'ironia del destino che ci fa porre questa domanda, perché all'attrice, scomparsa il 29 maggio del 2013, l'amministrazione ha deciso di dedicare un palmo verdeggiante di città, compreso tra via Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e Roberto Tremelloni, nel quartiere Adriano, quello che un sondaggio on line aveva deciso che doveva essere intitolato a Raimondo Vianello e Sandra Mondaini.

Quando ci si siede al tavolo della memoria, gli alberi si trasformano in opere d'arte naturali che sprigionano la loro aura di fregi valenti, meritevoli di essere calici di rimembranza di donne e uomini illustri. Ogni donna sogna di essere immortalata in un nome di rosa, fiore che a quel punto non è più solo un fiore da vendere a poco prezzo per i vu cumprà, ma emblema che protrae il sapore di un'esistenza. Attrice, attivista politica, autrice, scrittrice, si sa che molti degli scritti del marito Dario Fo furono ispirati e riveduti da lei, la Rame vivrà tra le fronde di un giardino milanese.

Amava il rosa, colore che, a dispetto delle attuali apparenze, un tempo simboleggiava una forza placida e solenne, come l'ultimo ricordo che traccia della moglie Dario Fo. «Non sono credente - ha detto - ma sogno Franca la notte e la sento con me» perché le radici, questo insegnano gli alberi, hanno una vita laica e sacra oltre questa vita.

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