Cronaca locale

Il Comune: stop agli sfratti Beffati i proprietari di case

Stop agli sfratti. A chiederlo giovedì prossimo il sindaco Giuliano Pisapia, che insieme ai colleghi delle città metropolitane, Roma e Napoli, in occasione della Conferenza Unificata straordinaria sulla Casa chiederà al governo di stabilire una moratoria di almeno sei mesi sull'esecuzione degli sfratti, fondi adeguati per il sostegno all'affitto e alla morosità incolpevole, adeguate agevolazioni fiscali per dare impulso al mercato della locazione.
Quello degli sfratti per morosità è un fenomeno in costante aumento in città: se il Tribunale di Milano tra il 2010/11 ha convalidato 5887 sfratti, nel 2011/12 è salito a 6062. Secondo il Ministero dell'Interno a giugno su 11.718 sfratti 7.700 circa erano per morosità. Se cinque anni fa su 10 ingiunzioni di sfratto 7 erano per finita locazione, ora la percentuale si è ribaltata, l'80% degli sfratti è per morosità. «L'insufficiente risposta abitativa e la crisi economica picchiano sulle famiglie - spiega Stefano Chiappelli, segretario del Sunia - tanto appunto che negli ultimi cinque anni gli sfratti per morosità sono raddoppiati. La moratoria? Non è sufficiente, servono più fondi per l'edilizia popolare e per il sostegno agli affitti. A Milano una famiglia in media spende 1000 euro al mese, un costo che sta diventando insostenibile. All'ultimo bando hanno fatto domanda per una casa popolare 22mila famiglie».
La moratoria? «È contro i principi fondamentali dell'ordinamento- attacca Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia -. Siamo davanti a un esproprio senza indennizzo. Non solo, se non si appronta un meccanismo di intervento pubblico, ovvero un fondo dedicato agli inquilini morosi che risponda adeguatamente alla situazione e che copra le insolvenze, il costo ricadrà sui proprietari privati, già gravati per altro da tasse e spese. La crisi c'è per tutti, anche per i proprietari di immobili».
Giovedì il Senato ha approvato in via definitiva il Dl 102 che tra le varie misure, tra cui la cancellazione della prima rata dell'Imu, stabilisce che le Prefetture adotteranno «misure di graduazione programmata dell'intervento della forza pubblica nell'esecuzione dei provvedimenti di sfratto». Tradotto: l'inquilino moroso sarà sfrattato solo dopo che avrà trovato un alloggio alternativo. «Perfetto, così si danneggia doppiamente il proprietario - polemizza Colombo Clerici -. La misura concernente i Prefetti è strettamente collegata al Fondo, istituito dalla stessa legge, per l'erogazione di contributi a favore di inquilini morosi “incolpevoli”. Così il proprietario non solo si trova a vantare un credito nei confronti dell'inquilino insolvente, ma dovrà aspettare altro tempo prima di rientrare in possesso del proprio appartamento. Con un doppio danno. Qui siamo davanti a un esproprio senza indennizzo. Ci opporremo in tutti i modi a un'eventuale moratoria».

Pericolosissimo anche il concetto di «morosità incolpevole»: «se passa un concetto del genere - ragiona il numero uno di Assoedilizia - quanti andranno avanti a pagare? E chi stabilisce la colpevolezza dell'insolvenza? è un concetto pericolosissimo sul piano psicologico perché apre un varco nella tenuta del sistema, con risultati catastrofici».

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