La partita è ancora lì, sospesa. Con la (quasi) certezza che per quest'anno l'immissione a ruolo sia saltata, la prospettiva che il 1 settembre prossimo ci siano ben 475 posti da dirigente ancora scoperti e il timore che queste ambite poltrone lombarde vengano assegnate a dirigenti di altre regioni. I 404 dirigenti lombardi risultati idonei al concorso bandito ormai quasi due anni fa, però, non ci stanno. Martedì prossimo (il 5 marzo) sono stati convocati da Francesco De Sanctis, il nuovo direttore dell'ufficio scolastico regionale e lì si aspettano di sapere quale sarà il loro destino. Esasperati. E soprattutto preoccupati di vedersi scippati i posti da dirigenti non lombardi.
La vicenda è nota. Tutto è legato alle buste utilizzate durante il concorso, ritenute trasparenti da un centinaio di partecipanti risultati non ideonei - e dunque esclusi. Da lì il ricorso al Tar che ha bloccato tutto. La scuola è cominciata a settembre e le oltre quattrocento poltrone da dirigente sono state date in reggenza ai presidi di ruolo che si sono visti raddoppiare o in qualche caso triplicare gli istituti da gestire e alunni di conseguenza. Un caos. Dentro il quale via via che passa il tempo le cose si ingarbugliano sempre di più. L'ultima tappa infatti è recente. A dicembre scorso il perito nominato dal Consiglio stato per la «verificazione» delle buste incriminate ha dato la disdetta perché ha detto di non essere in possesso degli strumenti idonei. A gennaio il consiglio di stato ha nominato un nuovo perito e ha fissato l'udienza per il 22 marzo. «Ma l'8 febbraio scorso - racconta Lorenza Badini, del gruppo di coordinamento dei dirigenti idonei - il perito chiesto una nuova proroga perché non poteva produrre la verificazione il 1 marzo (oggi ndr). Ora il consiglio di stato ha cambiato tipologia di udienza che non sarà pubblica ma in camera di consiglio e dunque a porte chiuse. Ma lì in quell'occasione l'8 marzo sarà solo fissato il nuovo termine per produrre la verificazione tanto attesa. Ma era davvero necessario tutto questo tempo?» si chiede. Intanto il tempo passa. L'anno scolastico è agli sgoccioli. «Anche in altre regioni sono stati fatti i ricorsi - commentano i dirigenti idonei - però ad esempio in Toscana intanto hanno dato il posto a chi era risultato idoneo, rimandando eventuali decisioni a dopo le udienze». In Lombardia invece si è bloccato tutto. «Tra l'altro tra gli esclusi ricorrenti risultano parlamentari e insegnanti che stanno ricoprendo la carica di dirigente in ambito territoriale senza avere mai superato un concorso specifico», spiega ancora a nome dei colleghi «idonei» Lorenza Badini. A complicare ancora di più la vicenda e a far dormire sonni poco tranquilli a chi aveva conquistato il posto di preside è anche il recente «dimensionamento».
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