Condannato a quattro anni l'ex cappellano di San Vittore

Cadono gran parte dell'accusa: don Alberto Barin condannato per concussione sessuale, e non per violenza aggravato come chiesto dai pm

Un'immagine del carcere milanese di San Vittore
Un'immagine del carcere milanese di San Vittore

Quattro anni di reclusione per don Alberto Barin, l'ex cappellano di San Vittore accusato di violenza sessuale ai danni dei detenuti del carcere milanese. Una condanna molto inferiore alla richiesta dei pm, che avevano chiesto più di 14 anni 8 mesi per dodici sospetti casi di abuso: il gup però ha riconosciuto che in alcuni casi si trattava di episodi di lieve entità, ed in altri ha riconosciuto il consenso indotto.

Al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, il giudice Luigi Gargiulo ha condannato Barin per otto casi dei dodici che gli erano contestati, ma riqualificando fortemente le accuse della Procura. La condanna di oggi ha derubricato il reato da violenza sessuale aggravata, come era stato richiesto dall'accusa, a concussione sessuale: Barin avrebbe cioè indotto i dodici detenuti - tutti giovani nordafricani di età compresa tra i 23 e i 43 anni - a concedergli favori sessuali in cambio di piccoli oggetti come sigarette, saponette e spazzolini.

Dopo che il giudice per le indagini preliminari aveva disposto gli arresti domiciliari, Barin era passato dal carcere in un convento. La condanna di oggi, però, ha fatto cadere gran parte delle accuse che erano rivolte contro di lui.

Il gup ha inoltre stabilito che i risarcimenti per le vittime verranno stabiliti in sede civile, senza disporre alcuna provvisionale. I fatti contestati a Barin risalirebbero tutti a un periodo compreso tra il 2008 e il 2012.

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