«Confessioni raddoppiate in Duomo grazie al Papa»

Se ogni albero si riconosce dal suo frutto, dice molto anche il gran numero di penitenti che fa la fila in Duomo. L'arcivescovo, Angelo Scola, a Praga per parlare dei rapporti culturali e religiosi tra la capitale boema e Milano, ha raccontato il viavai tra le navate di questi tempi: «Nel Duomo di Milano, dove è possibile confessarsi in tante lingue, dalle 7 del mattino alle 7 di sera, i miei preti che li sono presenti mi raccontano che la gente che quotidianamente si confessa è più che raddoppiata da quando c'è papa Francesco». E ancora: «C'è un grande movimento di popolo, molti sono coloro che tornano ai sacramenti dopo molto tempo. Il pontificato di papa Francesco è un grande dono della Provvidenza. C'è una grandissima simpatia e interesse del popolo verso di lui».
Grazie a papa Francesco, dice il cardinale, molti tornano alla Chiesa e in piena comunione. Non entrano in chiesa e vanno a Messa solo per curiosità o impulso di un momento. Si accostano a sacramenti che sembravano non andare più di moda neppure tra chi non ha mai smesso di dirsi cattolico. «Perché dovrei raccontare i miei peccati a un uomo?» è una frase dall'eco protestante che chissà quanti hanno sentito chissà quante volte.

Eppure il perdono di Dio e la sua misericordia, tanto ricordati da Francesco, hanno fatto venir voglia di andarli a ricevere in regalo nel sacramento della Confessione. «Anche il Papa si confessa ogni quindici giorni» ha detto Francesco mercoledì scorso. Crescerà ancora il lavoro per i confessori in Duomo?

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