Coop, polemiche sul cibo per i cani abbandonati

Il supermercato lancia un'iniziativa collegata alle vendite, ma gli animalisti lo accusano di far soffrire le bestie

Coop, polemiche sul cibo per i cani abbandonati

«Alimenta l'amore» scatena la rabbia. A dividere città e istituzioni stavolta sono gli animali, o meglio le iniziative benefiche ad essi destinate dal Palazzo. Nella sede del Comune ieri mattina era in corso la presentazione del progetto messo a punto dalla giunta con la Coop Lombardia. Fuori, in piazza Scala, un nutrito gruppo di persone ha contestato pacificamente e civilmente l'iniziativa.

«Alimenta l'amore» è una campagna promossa con lo scopo di creare una maggior sensibilità sul benessere animale. Nella fattispecie Coop dichiara di aver donato a Palazzo Marino 4mila chili di pet food e di aver allestito in tutti i suoi punti vendita milanesi una raccolta di cibo per cani e gatti da girare alle associazioni animaliste. E infine di aver pure destinato una parte contributiva di quanto incassato sugli acquisti dei propri clienti per aiutare gli animali in difficoltà e chi si prende cura di loro.

Detto così sembrerebbe incoerente la protesta dei milanesi, eppure una ragione c'è e a sottolinearla è Gianluca Comazzi, consigliere comunale di Fi che ne mette in evidenza i due versanti. Il motivo della contestazione. Le modalità per la repressione dei dissenzienti.

La protesta nasce dal fatto che i cittadini hanno attaccato l'operazione «Alimenta l'amore» come il tentativo, tra l'altro ambiguo, di farsi belli con le penne del pavone. La catena dei supermercati in questione è infatti al centro delle critiche del mondo animalista perché all'interno dei suoi ipermercati venderebbe la carne macellata con il cruento metodo «Halal» nel quale le bestie muoiono dissanguate dopo una lunga agonia.

«Alimenta l'amore» ha quindi il sapore amaro e beffardo di chi vuol pulirsi la coscienza con il muso ammiccante e dolce di qualche cagnolino, come specchietto per le allodole ignare che spingono i carrelli in corsia. Non è in dubbio infatti la corretta osservanza della campagna, ma è curioso che chi incoraggia la crudele macellazione di animali poi indossi la mascherma mite del benefattore a quattro zampe.

Come se non bastasse Comazzi se la prende anche con i metodi sbrigativi e repressivi ai danni dei dimostranti. «Queste persone - scrive il consigliere - sono state immediatamente allontanate dalla polizia locale chiamata dal Comune perché ritenute elementi di disturbo.

La censura che questa giunta effettua nei confronti di tutti coloro che dissentono dal pensiero unico arancione è inaccettabile. I cittadini milanesi non sono più liberi di esprimere il proprio pensiero senza essere prelevati dalla polizia municipale e schedati come delinquenti».

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