Cronaca locale

Il coordinatore comunale: «Il nome uscirà dai congressi, ma la campagna su rom e moschee l'abbiamo già fatta»

Sottosegretario Giulio Gallera, perché tutto questo fermento dentro Forza Italia?

«Perché dopo l'ottimo risultato alle elezioni di domenica, gli ultimi sondaggi dicono che a Milano siamo pari o addirittura sopra la Lega e che il centrodestra ha superato il centrosinistra».

E quindi?

«Il progetto della Lega e di Matteo Salvini c'è già, ora dev'essere Fi a mettere in campo il suo».

Cosa significa?

«Che a temi pure importanti come l'immigrazione, i rom e la sicurezza, dobbiamo coniugare quelli che sono più nelle nostre corde come il lavoro, lo sviluppo della città, la competitività, il commercio, le tasse».

Sulla sicurezza però Salvini ha costruito la fortuna della Lega.

«Non dimentichiamo che l'altra volta con Letizia Moratti abbiamo perso parlando solo di rom e moschee. Impariamo, questa volta serve altro».

È per questo che oggi e domani lei ha organizzato «Parla-Mi» per ascoltare comitati e associazioni?

«Ed è stato un enorme successo, perché a quota centocinque abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni».

Vuol dire che ci vuole altro oltre alla politica dei politici?

«Per vincere a Milano dobbiamo andare oltre la somma dei partiti che non basta per battere la sinistra».

La ragione per cui lei ha fondato il comitato civico MilanoMerita?

«Già in 560 hanno firmato il manifesto. Dobbiamo ascoltare la voce della città, l'opposto di quello che ha fatto il sindaco Giuliano Pisapia che dopo averla illusa l'ha trascurata non sapendone capire le piccole e grandi necessità».

E lei avanza la sua autocandidatura.

«Potrei accontentarmi della mia poltrona comoda e ben remunerata nella giunta in Regione, ma dopo aver guidato le truppe di Fi credo sia mio dovere mettermi in prima fila al momento della sfida decisiva».

Candidandosi sindaco.

«Fi deve mettere in campo le sue forze migliori. Io sono a disposizione, ma se ci sarà qualcuno di più aggregante io sono pronto ad attaccargli i manifesti e a fargli la campagna elettorale».

Il veto del coordinatore Mariastella Gelmini sul suo nome?

«Mi sembra che abbia già smentito con grande nettezza. Alla fine deciderà il presidente Silvio Berlusconi».

Servono le primarie?

«È il modo migliore per coinvolgere tutto l'elettorato. Il rischio nel centrodestra è la frammentazione. Ora scende in campo anche Corrado Passera».

A luglio congresso cittadino di Fi?

«Certo. Servirà a scegliere le parole d'ordine per vincere a Milano e il nome del candidato che sfiderà la Lega».

I tempi?

«Il congresso cittadino il prima possibile e le primarie a ottobre».

Si sgomita per entrare nelle liste.

«Due requisiti: il merito e la militanza. Sarà candidato nelle liste per il Comune chi ha fatto i banchetti sotto la pioggia o nelle Zone ha lavorato di notte per preparare i documenti».

Rottamerete?

«Ci saranno giovani, donne e volti nuovi. Magari dal mondo del lavoro e delle professioni

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