Cronaca locale

Corona ai morti della Rsi, il sindaco brutta copia dei partigiani

Ho appreso con stupore che il sindaco Sala ha dichiarato che il Comune non invierà più la corona d'alloro ai morti sepolti al Campo 10 del Cimitero Maggiore. Dopo un trentennio che il Campo è passato sotto il controllo di Onorcaduti come tutti i Cimiteri di Guerra ed i Sacrari (ecco il perché della corona d'alloro), il «neo partigiano» Sala ha decretato: «Mai più Corone ai caduti della Rsi» mentre, nel Centenario della Grande Guerra, gli eredi di quei caduti e gli Stati di quell'Europa ora unita onorano tutti i soldati deponendo fiori sulle loro tombe, Sala e i suoi accoliti aprono il dibattito su una corona per i morti della Rsi. Vorrei ricordare che nel centocinquantesimo anniversario del Regno d'Italia, il presidente Napolitano ha deposto una corona sulla tomba del padre della Patria Vittorio Emanuele II, invitando al Pantheon i suoi eredi ai quali ha stretto la mano. Voglio ricordare che altri sindaci (uno orfano di guerra), hanno rispettato e onorato tutti i morti andando a pregare sulle loro tombe. In Spagna tutti i morti della guerra civile riposano nella Valle dei caduti, sepolti in ordine alfabetico e onorati da tutta la nazione già dall'epoca di Franco e che le autorità del mondo intero si inchinano davanti a loro e al Milite ignoto spagnolo. Sala dovrebbe sapere che, nel dopoguerra, a Milano il Sacrario dei caduti per la Patria è stato ampliato per ospitare tutti i morti del secondo conflitto mondiale e che molti spazi sono ancora vuoti perché attendono l'arrivo dei Caduti del Campo 64 e del Campo 10.

Oggi, dopo aver accolto, in Expo, tutti i paesi del mondo, parlando di pace e fratellanza tra i popoli, e dopo aver camminato sulle uova, in un equilibrio perfetto, per accogliere il Dalai Lama sotto la scaletta dell'aereo in aeroporto, facendo finta di non riceverlo per non urtare il governo cinese, il sindaco dovrebbe riunire tutti i caduti nel Sacrario di Sant'Ambrogio e non dovrebbe dividere i milanesi. Lasci fare i partigiani a quelli veri e non faccia la loro brutta copia. Chi ha combattuto sa cosa vuol dire onorare il nemico e impari dai suoi predecessori che si sono comportati in modo ben diverso.

Io che onoro tutti i caduti e che ho avuto il privilegio di vedere stringersi la mano, da avversari e non da nemici, Berlinguer e Almirante (e di accompagnare quest'ultimo a Botteghe Oscure a onorare il suo avversario appena deceduto), ma anche Pajetta e Servello, Tremaglia e Saragat, partigiani e fascisti, Moiso e Baghino che si rispettavano, sorrido nel vedere la miseria di questo inutile dibattito.

Io, gli iscritti e i volontari che vegliamo i caduti del Sacrario e che garantiamo volontariamente la sua apertura, chiediamo a Sala di concedere alla nostra città di continuare a onorare tutti i nostri morti e di non riaprire le ferite che la storia e gli anni hanno rimarginato da tempo.

*Presidente dell'Associazione amici del Sacrario dei caduti milanesi per la Patria e del Tricolore

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