Dopo lo schiaffo di Umberto Ambrosoli, visto il dna potrebbe essere lui il papa indigeno del Pd alle prossime primarie del centrosinistra per la Regione. Orgogliosamente friulano, Fabio Pizzul è nato 47 anni fa a Cormons (Go). Ma dall'età di 4 anni papà Bruno, il monumento dei telecronisti, l'ha fatto traslocare a Milano in zona Sempione con vista sulle antenne Rai. Un destino da giornalista già scritto per il piccolo Fabio. Una collaborazione con Fininvest mai rinnegata, ma nel curriculum prudentemente circoscritta «all'inizio degli anni '90», Tele+ e dal 1998 la direzione di Radio Marconi, l'emittente della Diocesi e dei Paolini. Nel 1993 il matrimonio con Anita, casa a Carugate e quattro figli. Obiettore di coscienza con la Caritas Ambrosiana, dalla fine degli anni 80 Pizzul junior si dedica all'Azione Cattolica, di cui è presidente milanese dal 2002 al 2008 e membro del consiglio nazionale. Fino alla candidatura alle scorse regionali con il Pd. Da capolista, nonostante sia alla sua prima esperienza. «È il classico cattocomunista», lo attaccarono gli invidiosi negli ambienti di chiesa più moderati. Ma lui rispose con 10.535 preferenze e fu il più votato, strappando un bel po' di elettorato a Savino Pezzotta che voleva portare l'Udc verso quello stesso mondo cattolico un po' strabico a sinistra. «Facile - rilanciarono i medesimi invidiosi - è l'uomo della curia ambrosiana. E ha preso i voti delle parrocchie e delle sciure che guardano TeleNova e ascoltano Radio Marconi». Lui ha risposto in aula con interrogazioni e interpellanze su temi classici come scuola e welfare. E una grande attività sulla rete dove ha un attivissimo sito personale. «È una brava persona - assicura in Regione uno del centrodestra - Meglio lui di chi a Sesto faceva il collettore di mazzette per la sinistra». Perché proprio a Pizzul nella corsa alla Regione potrebbe spettare il gravoso compito di succedere a un personaggio ingombrante come Filippo Penati. Uno che fu stritolato da Roberto Formigoni nelle urne e poi dai magistrati di Monza che lo stanno indagando per tangenti.
Ma non sarà facile, perché i veri nemici Pizzul li ha proprio nel suo partito. Dove ne criticano un'immagine forse non all'altezza. E un eccesso di moderazione che potrebbe allontanare Sel e Idv. «Io sono parte integrante del mondo cattolico ambrosiano e non credo sia molto lontano da quello della sinistra radicale, l'attenzione a temi come la fragilità, al sostegno dei più deboli è comune» ha detto ieri a Repubblica in un'intervista che qualcuno che gli è amico ha letto come un «bacio della morte».
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