Buona parte del vecchio gruppo dirigente di Arpa, l'Agenzia regionale per l'ambiente, rischia di dover risarcire di tasca propria lo stipendio versato a Silvia Bellinzona, capo tra il 2011 e il 2013 del settore «Aria e agenti fisici» della medesima struttura. La Procura della Corte dei conti, infatti, facendo proprie le richieste di un esposto presentato del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, ha contestato a dodici tra dirigenti ed ex consiglieri di Arpa la irregolarità della nomina. La Bellinzona che fino al giugno 2001 era stata dipendente del gruppo in Regione della Lega Nord, sarebbe stata designata alla carica (retribuzione annua di 111mila euro) senza alcun titolo professionale. Si sarebbe trattato, cioè, di una designazione soltanto politica. In fase istruttoria, i dirigenti di Arpa si erano difesi sostenendo che la Bellinzona rispondeva pienamente al profilo, essendo non solo laureata in Fisica, ma anche autrice di pubblicazioni e ricerche specialistiche. Inoltre l'analisi della performance del suo settore durante la sua gestione dimostra buoni risultati.
Ma per la Corte dei conti le condotte poste in essere dai dirigenti «nel periodo in cui gli incarichi sono stati affidati al dirigente in maniera illegittima, contrastano con le finalità previste dalla legge di salvaguardare un trasparente e meritocratico meccanismo di accesso alla dirigenza pubblica».LF
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