Pareti e vetrine imbrattate con la vernice, fumogeni, McDonald occupato e mezzi pubblici bloccati per ore. Bilancio della manifestazione contro la riforma della Buona scuola e contro il governo organizzata venerdì mattina dal Coordinamento dei collettivi studenteschi e dell'Unione degli studenti. I blitz contro la multinazionale americana e contro la sede di Assolombarda hanno alzato la tensione e fatto sfiorare gli scontri con la polizia. Copione «soft» di quello che accade in città ogni volta che studenti, collettivi, centri sociali e autonomi scendono in piazza. Brucia ancora per Milano la ferita della manifestazione del Primo maggio 2015 contro Expo quando la città venne messa a ferro e fuoco la città, anche per il risvolto giudiziario.
Cosa fare? Molto spesso, come in questi casi, chi paga i danni delle devastazioni alla proprietà privata o pubblica che sia? Le vetrine rotte, i cestini incendiati, le migliaia di tags che sfregiano le facciate dei palazzi? Il corteo «No expo» insegna che è sempre estremamente difficile far pagare i responsabili.
Così se l'ex vicesindaco Riccardo de Corato più di una volta aveva parlato delle necessità di chiedere una cauzione agli organizzatori di cortei e manifestazioni da poter utilizzare per ripagare gli eventuali danni, per l'assessore alla Sicurezza del Comune Carmela Rozza si potrebbe «aprire una riflessione sulla possibilità di riconoscere una quota di responsabilità agli organizzatori». Tradotto: «Chi indice e organizza manifestazioni e cortei di protesta dovrebbe essere tenuto a impedire che i violenti si approprino della manifestazione» spiega Rozza. E il pensiero vola al corteo del 1 maggio con i black block che devastano tutto, forse contro ogni previsione degli organizzatori stessi. «Insomma garantisca lo svolgersi civile del corteo» precisa l'assessore. In sostanza il «servizio d'ordine» degli anni Settanta.
Urge una riflessione: «non si può pensare che chiunque arrivi compia atti di vandalismo, è intollerabile e inaccettabile» commenta. Serve un approfondimento legale anche perché le questioni di ordine pubblico sono di competenza del comitato per l'Ordine e la Sicurezza, in sostanza della Prefettura e della questura, cioè del Ministero dell'Interno. La via della cauzione? «Da un lato rischia di essere contro producente, potrebbe essere vista come un'autorizzazione al danno, pago la cauzione quindi posso spaccare tutto - spiega Rozza - dall'altro lede la libertà di manifestare perché diventerebbe discriminatoria: solo chi è ricco può manifestare».
Per Mirko Mazzali (Sel) presidente del consiglio del municipio 1 e avvocato: «è una proposta che non sta in piedi giuridicamente.
Impossibile dal punto di vista legale che ci sia un responsabile della manifestazione». in sostanza «è sufficiente rispettare e applicare le leggi, che sono chi rompe paga. Non solo - conclude Mazzali - la proposta va contro anche il diritto di manifestare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.