Cyberbulli in oratorio, corsi della Diocesi per formare educatori

Lanciata anche una piattaforma on line per conoscere le trappole di social e internet

Cyberbulli in oratorio, corsi della Diocesi per formare educatori

«Le parole fanno più male delle botte» scriveva Carolina Picchio poco prima di uccidersi. Vittima, anzi la prima vittima in Italia del cyberbullismo. La Diocesi di Milano, grazie al sostegno tecnico della Fondazione Clerici e alla collaborazione della Fondazione Carolina, propone il primo corso su bullismo e cyber-bullismo, concepito in maniera specifica per gli educatori degli oratori e gli operatori pastorali. Disponibile sulla nuova piattaforma di e-learning www.oramiformo.it, video e contenuti multimediali introducono ai fenomeni del sexting e della sextortion, aiutano a cogliere i primi campanelli di allarme dei comportamenti devianti dei ragazzi, fanno luce sui meccanismi con cui funzionano i principali social network, approfondendo le implicazioni legali e le responsabilità penali introdotte dalla recente normativa. Dopo una prima fase sperimentale, che ha coinvolto 300 tra educatori e allenatori, l'iniziativa di formazione sarà lanciata nei 100 oratori della Diocesi milanesi.

«Le denunce sono ancora poche spiega Ivano Zoppi, direttore generale di Fondazione Carolina -: abbiamo incrociato oltre 10mila ragazzi e più della metà non ne parlerebbe per tre motivi: per vergogna e paura, per omertà e perché non ha un adulto di riferimento a cui raccontare ciò che è successo. Il corso nasce proprio per formare educatori e allenatori, ma anche la famiglia. Il cyberbullismo non è un problema tecnologico, ma educativo». Lo dimostrano i numeri: sono state solo 298 le denunce nei primi dieci mesi del 2018. Eppure 91 per cento dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni è iscritto almeno a un social network e l'87 per cento naviga su internet: di questi il 98 per cento mente in rete circa la propria età. Un giovane su 4 è coinvolto in episodi di cyber-bullismo; l'11 per cento delle vittime dichiara di aver pensato al suicidio. Per questo sono fondamentali l'informazione e la prevenzione.

«Dobbiamo e possiamo essere educatori dentro la realtà virtuale che i ragazzi vivono osserva don Stefano Guidi, direttore della Fom, la Federaizone oratori milanesi-. San Paolo VI definiva l'oratorio come un'istituzione complementare alla famiglia e alla scuola. L'oratorio ha un compito educativo verso tutti i ragazzi nel territorio, non solo verso quelli che lo frequentano. È una nostra responsabilità. Non è sufficiente dare informazioni sull'utilizzo degli strumenti, dobbiamo stare accanto ai ragazzi, perché un caso di bullismo classico è molto più visibile del cyberbullismo che è sfuggente, ma ha una capacità comunicativa enorme». «Gli strumenti della rete possono causare danni enormi - commenta l'Arcivescovo di Milano Mario Delpini - Vi incoraggio a entrare in quetso mondo perchè facciate del bee, anzichè del male».

In occasione della Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete il 5 febbraio saranno organizzati incontri e dibattiti in oltre

4000 oratori della Diocesi per diffondere la piattaforma.

Fondazione Carolina, in collaborazione con la Fom, lancia l'iniziativa #postaconiguanti, con cui si invita ad appendere un guanto sui cancelli per dire no al bullismo.

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