Dai gay a Expo, i partiti se le suonano

L'uomo Pd al corteo arcobaleno. Il rivale: «Patrocinio sì, schierarsi no»

Dai diritti civili a Expo passando per il Bilancio comunale, è stato un ping pong di frecciate a distanza tra Stefano Parisi e Beppe Sala. Il candidato sindaco del Pd ieri a Omnibus su La7 ha sostenuto di tenere «unito il centrosinistra, lo dimostro ogni giorno, ma il punto non è tanto arrivare alle elezioni. Il problema di Parisi è che al primo consiglio comunale i suoi del centrodestra si scanneranno, quant'ero city manager di Letizia Moratti, Salvini era consigliere della Lega ed era la sua spina nel fianco in aula». Lo sfidante qualche ora dopo è al fianco di Corrado Passera e dell'ex sindaco Gabriele Albertini che guida con Manfredi Palmeri la lista civica «Io corro per Milano» (la prima ad aver già chiuso la raccolta delle 1.500 firme necessarie per la candidatura) e gli raccontano un film molto più recente, quello che vede (dopo il flop sugli ex scali ferroviari) Giuliano Pisapia dal prefetto a chiedere una deroga per approvare il Bilancio, perchè la sua maggioranza non è riuscita a mantenere i numeri in aula per approvarlo nei tempi previsti dalla legge. E Parisi ricorda pure che «la sinistra a Milano è divisa su tre candidati, il centrodestra è compatto». Parisi e Albertini dal 3 maggio inizieranno insieme un tour nei quartieri, «è un caso unico in Italia - ammette il manager - che un ex sindaco si metta a disposizione come capolista per il suo primo city manager, un atto di amicizia e umiltà per il bene della città».

Secondo match. Beppe Sala ha sfilato ieri da piazzale Cadorna al Castello con le famiglie arcobaleno, «l'amore tra le persone è sacro, la libertà è sacra, serve una nuova legge sulle unioni civili e Milano deve essere all'avanguardia. Continuerò quello che è stato fatto con Pisapia», riferimento al registro gay. Parisi invece afferma di essere «un laico, penso che tutte le manifestazioni in questa città debbano essere garantite se si svolgono in forma pacifica. Ma il Comune con me non farà atti dimostrativi nè in un senso nè nell'altro. Non andrò a quella manifestazione come ad altre». Anche se garantisce, a differenza di quanto aveva sostenuto all'inizio della campagna elettorale, che non toglierebbe il patrocinio assegnato finora al Gay Pride. «Sarebbe molto illiberare se il sindaco si schierasse da una parte o dall'altra, ma non toglierei il patrocinio al Gay Pride e lo darei al Family Day».

Terzo round, sull'anniversario di Expo che scade proprio oggi. Un anno fa si aprivano i cancelli, questa sera si terra un concerto della Scala. «Si festeggia non so bene cosa di preciso - afferma Parisi - visto che il primo maggio del 2015 è stata una brutta giornata per Milano, la città venne devastata dai black bloc.

Il Comune non si è costituito parte civile», purtroppo contimua a incombere questa ambiguità rispetto ai movimenti antagonisti». E «cosa festeggiamo se non c'è ancora un'idea precisa sul post Expo». Sala si irrita: «Expo è stata un successo, basta disfattismo».

ChiCa

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