Dalle caldaie smog da record in dieci anni è il 22% in più

Il riscaldamento produce oltre la metà delle polveri. Le politiche ambientali hanno ignorato gli edifici

Dalle caldaie smog da record in dieci anni è il 22% in più

Meno tre settimane. Scatterà il 25 febbraio Area B il nuovo provvedimento comunale che vieta l'ingresso in città aimezzi più inquinanti. Non potranno più entrare autovetture Euro 0 benzina, Euro 0, 1, 2, 3 Diesel senza Fap, Euro 3 diesel con Fap (e con campo V.5 carta circolazione >0,025 g/km), diesel Euro 0, 1, 2, 3 con Fap, autovetture a doppia alimentazione gasolio-GPL e gasolio-metano Euro 0, 1, 2. Dal 1 ottobre i divieti si allargheranno anche ai diesel Euro 4. Tutto ciò nonostante i dati continuino a dimostrare che la causa principale di inquinamento sono le caldaie, che incidono addirittura per il 60 per cento sulle emissioni di polveri sottili. L'ultima autorevole conferma arriva dal XIV Rapporto sulla Qualità dell'ambiente urbano 2018 pubblicato dall'istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale, uscito sul numero di Quattroruote di febbraio, autorità scientifica nazionale in tema di ecologia e sostenibilità.

Attenzione: non è che l a situazione in Italia e a Milano sia migliorata per quanto riguarda i livelli di inquinamento: dal 1 gennaio al 30 settembre 2018, per esempio, sono stati 97 i giorni con concentrazione di Pm10 media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo, ma si sono invertite le percentuali di fonti emissive. L'Agenzia europea per l'ambiente, per esempio, ha stimato che in Italia nel 2015 60.200 morti premature possano essere attribuibili all'esposizione a lungo termine al microparticolato, al biossido di azoto e all'ozono troposferico.

«Le emissioni dai trasporti grazie al rinnovo del parco veicolare - si legge nel rapporto Ispra - si sono dimezzate facendo diventare principale fonte di emissione di Pm10 il riscaldamento. Il fatto che le stime delle emissioni dal riscaldamento siano aumentate è legato principalmente a due fattori: il primo è il miglioramento delle conoscenze scientifiche e delle metodiche di misura delle emissioni da sistemi controllati, che hanno messo a nudo l'inefficienza di questi sistemi per il riscaldamento degli ambienti, il secondo è la quantità di biomassa legnosa usata come combustibile. Il brusco decremento delle emissioni da trasporti su strada e il netto aumento di quelle da riscaldamento ha portato il rapporto a un valore pari a circa 1 nel 2005 a un valore di circa 3,2 per il 2015». Tradotto: a Milano e hinterland l'inquinamento è prodotto per il 63 per cento dalle caldaie, che per altro, sono accese dal 15 ottobre al 15 aprile solamente. In termini assoluti si parla di 882 tonnellate di microparticelle a fronte delle 487 generate dai mezzi in circolazione. Non solo, visti i continui e incalzanti divieti alla circolazione messi in atto dall'amministrazione comunale e all'aumento vertiginoso del costo della sosta in città, dal 2005 al 2015 almeno i milanesi in senso degli abitanti nella provincia di Milano hanno progressivamente sostituito il proprio parco auto o rinunciato alla macchina. A ciò si aggiunge il virtuoso piano della municipalizzata dei trasporti che prevede di arrivare ad avere una flotta interamente elettrica nel 2030. Nel 2023 dovrebbe finalmente entrare in funzione M4, che attraverserà Milano da est a ovest.

Molto diversa, invece, la situazione

per quanto riguarda le caldaie di condomini e degli edifici pubblici che emettono 8982 tonnellate di Pm10 nel 2015 contro appunto le 487 tonnellate generate dai mezzi di trasporto, su cui Palazzo Marino è molto meno attivo

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