Darsena, 40 (folli) metri di murales

Maxi-graffito sugli argini restaurati: l'estremista Davide «Dax» Cesare con i partigiani Onorina e Giovanni Pesce

La Darsena senza il murales di Dax non è la stessa cosa. E, infatti, il grande murales «Dax odia» tornerà a canmpeggiare, se possibile ancora più imponente (40 metri di lunghezza per 3,5 di altezza) sui candidi argini dell'ex porto di Milano. Il sindaco Pisapia il 26 maggio, giorno della solenne inaugurazione, parlò di «Darsena liberata». Liberata dal degrado e dall'abbandono, forse, ma non dall'abusivismo e dall'illegalità visto che il graffito abusivo che per una decina di anni ha campeggiato sulle sue sponde, ora ritorna, con il bollino della legalità.

Il consiglio di zona 6 ha concesso il patrocinio (gratuito) per l'iniziativa, che si terrà dal 15 settembre al 15 ottobre, di «attività pittorica murale in luogo pubblico e commemorazione e valorizzazione della storia antifascista di Milano. Nel bozzetto ( che pubblichiamo ) sono raffigurati - si legge nel documento -: da sinistra verso destra: Davide Dax Cesare con testo esplicativo di chi era e che cosa gli è successo, corteo commemorativo, la scritta “Dax”, il simbolo riconosciuto a livello internazionale dell'antifascismo, l'immagine commemorativa dell'ingresso dei partigiani a Milano, i volti di Onorina Pesce e Giovanni Pesce». Come è noto Dax, vicino al centro sociale Orso, un passato però da militante dell'estrema destra, venne ucciso in via Brioschi la sera del 16 marzo 2003 in quanto appartenente all'area antagonista. Una storia però che poco ha a che vedere con i partigiani e la resistenza, ma tant'è. Così se tra le motivazioni che l'associazione «Dax 16 marzo 2003» ha illustrato presentando l'iniziativa, il fatto che Davide Cesare fosse un simbolo del pacifismo. «Peccato che in tutti i murales che lo ricordano il suo nome sia sempre associato a “odia”», osserva Massimo Girtanner, consigliere di zona 6 (FdI).

Questo muro non rientra nell'elenco dei 100 che l'amministrazione arancione ha messo a disposizione dei writer e graffittari...«Non importa: per potere dipingere su quei muri - spiega l'assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza - serve un'autorizzazione, per questo in Darsena no». Nessuna sorpresa dunque, nonostante le sponde siano appena state imbiancate, e si presentino candide come mai si erano viste. «L'avevamo detto - continua Rozza - che il murale a Dax sarebbe stato rifatto».

Così se a nulla era servita la guerra che la giunta Moratti aveva ingaggiato contro i writer, cancellando ripetutamente il graffito commemorativo (solo l'assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi l'aveva difeso invocando la pietas per il militante assassinato), il patto con i centri sociali siglato dall'attuale amministrazione ha dato i suoi frutti. Nessuno ha osato dipingere quei muri grigi, fino a ordine ufficiale. «Sarà mia premura cancellare questa vergogna - tuona Girtanner -: si permette a chi per dieci anni ha imbrattato abusivamente quel muro di riprenderselo con il patrocinio del Comune. Capisco il ricatto dei centri sociali al Comune, ma Fratelli d'Italia, a costo di andare di notte con i rulli, lo cancellerà.

Non solo, dal momento che il muro non rientra nel 100 muri messi a disposizione dell'amministrazione, possiamo supporre che ci fosse già un tacito accordo, fuori dalle procedure. Valuteremo gli estremi per un esposto in Procura».

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