Lo sfondo nero, il volto di «Dax» e la scritta «ucciso perché militante antifascista». Alla Darsena è tornato il murale dedicato a Davide Cesare, il giovane militante antagonista ucciso nel 2003 all’esterno di un bar aggredito da padre e figlio, militanti di estrema destra. Il graffito è stato per anni oggetto di un lungo «braccio di ferro» tra l’amministrazione e i militanti dei centri sociali della città che volevano un contributo definitivo. Cancellato nel 2007, ridipinto e poi cancellato nuovamente nel 2008 su disposizione dell’assessore al Decoro Maurizio Cadeo, con cui all’epoca polemizzò l’allora assessore Vittorio Sgarbi parlando di «crudeltà», ora il graffito torna a far mostra di sè sulla Darsena. Una storia infinita che testimonia come il vento in città stia davvero cambiando. E così commenta Romano La Russa, coordinatore provinciale del Pdl e assessore regionale alla Sicurezza: «Come era facile immaginare, i centri sociali passano all’incasso e dopo aver sostenuto e votato in massa Pisapia ora riceveranno un bel regalo, la regolarizzazione del Leoncavallo. Con conseguenti finanziamenti pubblici a quei facinorosi che da anni terrorizzano Milano e simpatizzano per i movimenti terroristici, compresi quei criminali che in Val di Susa hanno attentato alla vita delle Forze dell’Ordine » Poi polemicamente l’assessore fa i complimenti al suo colega in Comune Marco Granelli: «Il vento sta proprio cambiando - continua - . Si tratta sempre di un vento dell’Est. I cittadini milanesi ringraziano e saranno contenti nell’apprendere come saranno sperperati i propri soldi.
Dopo l’autorizzazione al Gay Pride, il divieto delle feste di via, la Consulta dei rom, il vento cambia. Dove? In metropolitana, con i finestrini aperti a sostituire l’aria condizionata... (Maran docet!)».MaS
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