Luca Fazzo
Il motto del Comune di Milano nella lotta al racket delle biciclette rubate sembra essere: non sappia la mano destra ciò che fa la sinistra. Perché mentre la Polizia locale si danna per combattere la piaga dei furti, e lancia addirittura una pagina Facebook dove i milanesi derubati possono ritrovare la loro dueruote, lo stesso Comune prende una decisione quasi surreale: e torna ad affittare un negozio di sua proprietà, all'interno della nuova Darsena, a un ricettatore di bici rubate. É il ciclista che venne incriminato esattamente un anno fa, dopo che tra il suo negozio e il box di casa sua erano saltate fuori quasi sessanta velocipedi di provenienza illecita. E che ora è tornato come se niente fosse a fare il suo lavoro alla Darsena, nei locali di proprietà del Comune, con la benedizione dell'assessorato competente.
Che il chiosco di riparazione di piazza XXIV Maggio fosse uno dei punti privilegiati di riciclaggio delle biciclette rubate a Milano era vox populi da anni, ma questo non aveva impedito che, dopo la ristrutturazione della Darsena, al momento di assegnare gli spazi adiacenti al mercato coperto, uno degli ambiti chioschi per attività commerciali e artigianali venisse assegnato dal Comune al gestore della chiacchierata bottega, un cittadino bengalese. Le semplici voci, evidentemente, non erano state ritenute sufficienti ad escludere l'artigiano dal bando di assegnazione.
Ma anche nella nuova sede, l'uomo aveva proseguito la sua attività clandestina. Fino a quando un cittadino non aveva riconosciuto all'interno del chiosco la bicicletta che gli era sparita pochi giorni innanzi, era andato a sorgere denuncia al comando della polizia locale in via Custodi, e i ghisa avevano avviato una inchiesta meticolosa: terminata, nel settembre dello scorso anno, con il blitz che aveva portato al sequestro nel negozio di diciotto bici di cui l'uomo non aveva saputo spiegare la provenienza; e altre quaranta saltarono fuori in via Salasco, in un box nella disponibilità del commerciante. Nei confronti del bengalese scattò la denuncia per ricettazione, le bici vennero sequestrate e il negozio chiuso.
Che si trattasse di biciclette rubate, ora è più che un semplice sospetto, visto che quasi cinquanta sono state riconosciute dai proprietari derubati. Bei confronti del titolare del negozio la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per ricettazione aggravata. Eppure il Comune ha ritenuto che fosse meritevole di riaprire la sua attività negli spazi comunali. Col risultato che la polizia locale deve tenere d'occhio in continuazione il locale.
Nel
frattempo, sulla pagina Fabcebook «Bici rubate e ritrovate a Milano», i vigili aiutano i milanesi orfani del loro cavallo d'acciaio a cercare di individuarlo tra quelli sequestrati: in poco tempo, la pagina ha raccolto 5371 like.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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