Dati di nuovo in linea col peso demografico Ecco perché un «caso Lombardia» non c'è più

L'Osservatorio metropolitano. «Decessi proporzionati agli abitanti»

Dati di nuovo in linea col peso demografico Ecco perché un «caso Lombardia» non c'è più

Un «caso Lombardia», diverso dal caso-Italia, non c'è più. Non più come a febbraio-marzo, in quelle settimane in cui la «bomba epidemica» fece male prima di tutto - e soprattutto - intorno all'epicentro in cui era caduta, fra Lodi, Bergamo e Cremona.

Adesso, a nove mesi di distanza, lo scenario pare diverso. E se la Regione non ravvisa la necessità di misure speciali per la Lombardia, questo è giustificato anche dai dati, come quelli raccolti ed evidenziati dall'Osservatorio metropolitano di Milano guidato dall'ex presidente del Consiglio provinciale Bruno Dapei.

L'Osservatorio ha preso in esame il drammatico numero dei decessi Covid in tutta Italia, verificando come i decessi in Lombardia siano tornati da mesi in linea col suo peso demografico, il peso cioè di quella che è la regione più popolosa d'Italia e conta il 16,6% degli abitanti dell'intero Paese. Nello scorcio di febbraio in cui l'epidemia è esplosa, furono registrati in Lombardia quasi 4 decessi su 5: il 79% del totale (22 su 29). Anche a marzo l'epidemia appariva una vicenda eminentemente lombarda, col 58% dei decessi totali, e lo stesso si può dire - seppure in misure minore - da aprile a luglio, quando l'incidenza lombarda era ancora intorno al 40% (il 42% ad aprile, il 43% a maggio, il 39% a giugno, il 43 a luglio). Ad agosto però il rapporto è cambiato. La percentuale dei decessi lombardi sul totale è scesa al 17% (59 su 342) e anche negli ultimi due mesi è rimasta vicina alla soglia del «peso demografico: a settembre il dato si è attestato sul 22% e a ottobre è sceso al 21%. «Un po' tutti i ragionamenti si basano sul numero dei nuovi contagiati - spiega il direttore dell'Osservatorio Bruno Dapei - ma il dato dipende dai tamponi e da dove li fai. L'Osservatorio ha preso in esame il numero dei decessi e ha riscontrato che il dato di tutte le regioni, ora, è molto omogeneo rispetto a quello della loro popolazione. Nella prima ondata tutto si verificava in Lombardia, perché qui l'epidemia è esplosa e ha fatto più vittime. Questo andamento è proseguito fino a luglio. Da agosto, invece, la percentuale di vittime per regione da un punto di vista aritmetico è molto vicina al loro peso demografico, non c'è più uno scostamento.

La Lombardia ha il 17% della popolazione, ed è intorno al 20%, ma ha una grande area metropolitana, grande attività produttiva e collegamenti. Non stiamo certo minimizzando, stiamo dicendo che dai dati, un caso Lombardia non c'è più».

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