Design tarocco, è allarme sulle vendite on line

La denuncia di Indicam: «Già oscurati 174 siti di marchi falsi»

Maria Sorbi

E nel tritacarne della contraffazione ci finisce anche il design d'autore. La lampada Arco disegnata da Achille Castiglioni, e ora riprodotta in esclusiva da Flos, si può acquistare, in versione farlocca, su Amazon a 199 euro. Idem i divani di Vigo Magistretti prodotti da Cassina, le luci di Artemide, la classica poltrona Frau o il divano di Le Corbusier. E via dicendo per un'infinità di altri arredi d'autore, imitati, bistrattati e fagocitati dal mercato tarocco on line. In questi giorni, durante la settimana dedicata al Design, le segnalazioni sono tantissime. Chi cerca l'affare su Internet incappa in trappole create a puntino, con tanto di logo e di immagini false. Rischiando di ricevere a casa arredi rivestiti in plastica e incollati in qualche modo. E non sempre il prezzo, troppo basso, è sufficiente a mettere in guardia chi acquista.

A lanciare l'allarme, ancora una volta, è Indicam (istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione), incaricato di rappresentare aziende che, assieme, rappresentano il 3% per Pil. E gran parte di queste si occupano di design e vogliono difendere marchi e qualità dei prodotti. «Il paradosso è tutto italiano - commenta il presidente di Indicam, Mario Peserico - Non solo l'Italia non ha recepito la normativa europea contro chi copia le opere di design, ma nell'ultima legge di stabilità si è perfino cercato di tutelare i copiatori, che lavorano soprattutto in provincia di Prato».

Le statistiche raccontano di un mondo della contraffazione parallelo a quello del design originale e a quello delle griffe di moda. Un dato per dare le dimensioni del fenomeno: la vendita di orologi su Internet. «Sulle prime 500 pagine di Google - mette in guardia Peserico - il 70% vendono merce contraffatta». Spesso si tratta di siti «specchio» rispetto ai marchi originali, che imitano grafica e impostazione dei big. E, nel momento in cui vengono oscurati, riaprono con una facilità impressionante, confermando che dietro al commercio on line c'è un'organizzazione capillare e reattiva.

Ecco le regole della contraffazione di ultima generazione. Nulla a che vedere con i tempi dei marocchini sulle spiagge che vendevano le prime Gucci e Louis Vuitton false. Nulla a che vedere nemmeno con gli ambulanti abusivi di corso Buenos Aires o con chi, sulle bancarelle, si è messo perfino a vedere l'imitazione degli shampoo o dei bagno schiuma griffati. La contraffazione sui siti on line si gioca su grandi numeri ed è più difficile da fermare, più veloce.

Meno di un mese fa è stata messa a punto la più grande operazione anti contraffazione su Internet, con la chiusura, da parte dell'autorità garante della concorrenza e del mercato, di 174 siti. Facevano tutti capo a sei soggetti stranieri. Tuttavia la minaccia dell'affare fasullo resta ancora altissima: tra i siti più ingannevoli c'è Alibaba.com, una piattaforma cinese che si sta espandendo con gran velocità e che propone di tutto, soprattutto orologi. «La contraffazione è un mercato troppo redditizio - spiega Peserico - solo nel 2015 si stima un suo valore complessivo di mille miliardi di euro. I margini che i contraffattori generano dalla vendita di prodotti sono spesso superiori a quelli ottenuti dalla spaccio di stupefacenti».

Tuttavia il popolo dei clienti sembra più consapevole e guardingo rispetto a qualche tempo fa. In base a una ricerca di Indicam effettuata su 400 studenti milanesi tra i 14 e i 20 anni, emerge che non sempre ci si fida degli acquisti on line e si preferisce verificare di persona la qualità del prodotto. Ma per evitare di incappare nelle trappole non ci si informa granché, se non leggendo le recensioni sui siti.

Nel giudicare gli effetti negativi della contraffazione, i giovani sono consapevoli dei danni per la salute di un prodotto di scarsa qualità, della gravità dello sfruttamento di minori nel fabbricarlo, ma non percepiscono le conseguenze negative che un acquisto non legale può avere sul mercato.

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