Il dg Stocco: "Noi eccellenza, ma i milanesi non lo sanno"

Il dg Stocco: "Noi eccellenza, ma i milanesi non lo sanno"

Matteo Stocco, fresco di nomina a direttore generale dell'Asst Santi Carlo e Paolo, arriva dalla direzione alla Asst di Monza (ospedale San Gerardo e Desio). In attesa che l'iter per il nuovo ospedale faccia il suo corso, cosa ha in mente per i poli San Carlo e San Paolo?

«Al di là degli interventi che sono già stati avviati e che porterò avanti come il potenziamento della radiologia al San Paolo, con la ristrutturazione dei locali e l'acquisto di una seconda macchina per la risonanza magnetica, e il completamento della ristrutturazione del pronto soccorso dell'ospedale San Paolo, la nuova Tac del San carlo e molti altri, credo che l'aspetto fondamentale sia aumentare la produttività dell'azienda socio sanitaria».

Come?

«Aumentando gli esami e ampliando la tipologia dei ricoveri. Abbiamo molti validi specialisti che fanno eccellenza, ma poco conosciuta. È necessario invece che i milanesi sappiano che i nostri specialisti non hanno nulla da invidiare a quelli di ospedali più noti e blasonati, o meglio, che hanno saputo comunicare i loro punti di forza».

Bisogna rifare l'immagine dell'ospedale?

«Credo che sia necessario fare un'operazione di restyling dell'immagine. Intanto abbiamo aperto la pagina Facebook, ma vogliamo fare molto di più».

Ci fa un esempio?

«Avremo un nuovo mammografo con tomosintesi (strumento diagnostico che permette la scansione dei seni in 3D e quindi di scoprire i tumori più piccoli e nascosti, ndr) per uno efficace screening del tumore. Il problema è non solo che in pochi lo sanno, ma soprattutto che dopo aver avuto la diagnosi di un eventuale cancro la tendenza è quella di recarsi in altre strutture per intraprendere il percorso di cura, mentre noi abbiamo eccellenti professionisti anche in questo campo. Dobbiamo far passare il messaggio che tutto il percorso di cura può essere gestito efficacemente in struttura».

Come vede in quest'ottica il nuovo ospedale?

«Come un'opportunità straordinaria. Non ci sarà più un ospedale diviso per reparti verticali e separati, ma l'organizzazione sarà orizzontale e fluida».

In che senso?

«Ormai non esiste più il paziente che ha una sola patologia,

visto anche il drastico allungamento della vita, ma si parla di multipatologie. Per questo attorno al paziente, nella moderna organizzazione, si concentrano specialisti diversi sul modello del triage del pronto soccorso».

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