Cronaca locale

Da Dior a Hermes tredici firme in gara per due boutique

Galleria, all'asta «sfilano» i big Ricorso di Versace per rimanere

Chiara Campo

Da «salotto dei milanesi» a (sempre più) salotto del lusso. Sono passati otto anni dalla chiusura di McDonald's, il fast food dava un'anima pop alla Galleria, e anche i marchi meno noti hanno lasciato via via il passo alle griffe. Ma è da un paio d'anni che si è scatenata una vera corsa dei big mettere la firma sull'insegna, l'importante è esserci anche a costo di versare affitti milionari (vedi Moncler che ha accettato di spendere 2,5 milioni all'anno, oltre il doppio della base d'asta). E il metodo dell'asta con incanto, inaugurato per la prima volta dal Comune lo scorso novembre per lo spazio Tim, aggiudicato per 1,9 milioni l'anno ad Armani dopo ventiquattro rilanci da 50mila euro l'uno, fa lievitare ancora le offerte. Occhi puntati sul prossimo appuntamento, la fase dell'asta vera e propria per le boutique attualmente occupate da Versace e Armani.

La seduta dell'asta vera e propria sarà fissata probabilmente tra i il 18 e il 20 febbraio, ieri mattina alle 10 la commissione di gara ha aperto le buste con i nomi, le buste tecniche e quelle con l'offerta economica al quarto piano di via Larga ed è stata una «sfilata» dei più importanti marchi della moda. Per il primo lotto in uso ad Armani, 326 metri quadrati per una base d'asta di 872.105,40 euro, si sono presentati in sei: Tod's, Fendi, Bottega Veneta, Damiani, Prada - per il marchio Miu Miu - e il marchio di occhiali Salmoiraghi&Viganò che fa capo a Leonardo Del Vecchio.

Per le tre vetrine al piano terra con ammezzato e piano interrato in uso a Versace (324 mq) la base partirà da 950mila euro e in corsa (per ora) sono in sette: Hermes, Saint Laurent, Max Mara, Christian Dior, Versace - che ha fatto anche ricorso al Tar per annullare la gara e salvare la boutique -, ancora Damiani e Prada (sempre per il marchio Miu Miu che non è ancora presente nel Salotto) mentre ha fatto mettere agli atti il ritiro dalla gara Salmoiraghi&Viganò. Per ora, si diceva, tredici concorrenti ma la commissione dovrà esaminare ora le offerte tecniche e sarà ammesso alla «fase 2» solo chi avrà raggiunto almeno 70 punti su 100.

Nel ricorso Versace sostiene di avere diritto al rinnovo «in forza della concessione firmata nel 2008», un diritto che invece il Comune nega. Il Tar ha respinto la sospensione della gara, la Camera di Consiglio generale si riunirà sulla richiesta di annullamento integrale della gara il 26 febbraio. E la giunta ha lanciato ieri anche l'asta con incanto per lo spazio di 60 metri quadri che era stato assegnato e poi tolto a Buccellati per restauri eseguiti senza permesso.

Si partirà da una base di 289mila euro l'anno e le buste andranno presentate entro le ore 12 del 30 marzo.

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